Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Nuova legge sugli appalti ci sarà più trasparenza

Fonte: La Nuova Sardegna
22 aprile 2015

L’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda illustra il provvedimento:
monitoraggio costante dei cantieri e premi per le aziende che si associano


di Umberto Aime

CAGLIARI Più trasparente, di qualità, addio alle incompiute e maggiori tutele per le imprese nostrane. È l’appalto pubblico perfetto, destinato a mettere fine anche al pericolo del «massimo ribasso». Ultima fra le Regioni, anche la Sardegna ha il suo disegno di legge per rendere vivibile l’intricato mondo dei lavori pubblici. Scritto dall’assessore Paolo Maninchedda, approvato dalla Giunta, il vadecum (97 articoli) prima di essere discusso dal Consiglio regionale dalla fine del mese sarà sottoposto al giudizio on line dei cittadini. Per trenta giorni, chi vorrà potrà esprimere giudizi e correzioni, dire se è questo l’uovo di Colombo contro il malcostume di soldi pubblici spesi male, in fretta e senza pensare granché agli effetti sui territori. «Questa legge – ha detto Maninchedda – deve servire a programmare bene, perché solo così non sprecheremo le risorse». La morale è questa: se ci fosse stato il vadecum ora non ci sarebbero le molte incompiute, la Sardegna è ben messa in questa terribile classifica nazionale, e anche i crolli nel giorno dell’alluvione del 2013 o di queste settimane forse «con più controlli anche in fase programmazione non sarebbero avvenuti», ha detto l’assessore. Sette obiettivi. La legge non è complessa, ma va letta bene. Fra i primi articoli c’è quello di non sprecare neanche un euro, con il monitoraggio dell’opera fino alla conclusione. Subito dopo, ecco la semplificazione: spetterà solo alla Centrale regionale di committenza bandire gli appalti della Regione. È questa la condizione necessaria anche per ottenere maggiore trasparenza nei contratti, con un controllo continuo della filiera. C’è anche l’articolo che affronta il tema della qualità nell’ideare e progettare l’opera: la bella architettura merita e va premiata, per evitare certo schifezze pagate e mai capite dai cittadini che le hanno pagate di tasca. Oppure dovrà essere favorito l’utilizzo di «prodotti e materiali dal basso impatto sul territorio». Ancora: le clausole sociali e ambientali, che prevedono premi, nella partecipazione ai bandi, a favore delle micro imprese locali, meglio se associate fra loro, che «vogliamo far diventare protagoniste in un mercato sempre più aperto». Soprattutto i bonus andranno alle imprese che «s’impegneranno in interventi di solidarietà quando dobbiamo far fronte alle calamità naturali». Altri premi sono previsti per l’assunzione di giovani professionisti e disoccupati, oppure, nell’assegnazione dei fondi, ai Comuni che sosterranno il nuovo ciclo di appalti con i loro progetti. Il giuramento di Maninchedda alla fine è stato questo: «Con la legge non intendiamo creare riserve indiane e neanche sfidare le leggi nazionali, ma solo evitare che le opere pubbliche siano inutili, fatte male o diventino un pozzo mangia soldi senza fine»