Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un'altra estate con l'ecomostro

Fonte: L'Unione Sarda
20 aprile 2015


EX OSPEDALE MARINO. Rimpallo di responsabilità tra gli assessorati alla Sanità e agli Enti locali

 

Regione immobile sul futuro del rudere nella spiaggia del Poetto


 

Gare d'appalto, progetti, ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, conferenze di servizi, nulla osta di 18 (diciotto) enti non sono serviti a niente. L'ex ospedale marino era e continuerà a rimanere un rudere sulla spiaggia del Poetto. Altro che centro di recupero motorio o beauty farm: la Regione prima assegna la concessione dell'edificio a una società toscana, poi non firma l'accreditamento. In sostanza la Prosperius, la società che gestirà (pagando il canone) il bene per poi restituirlo alla Regione tra mezzo secolo, può ristrutturare l'edificio e riconvertirlo in ospedale, ma non fare ricoveri. E come se in un cimitero non si potessero fare sepolture.
REGIONE SCHIZOFRENICA Un cortocircuito imbarazzante che si ripercuote sulla  Spiaggia dei centomila , dal numero dei bagnanti che la frequentano d'estate, per ricordarlo agli assessori Cristiano Erriu (Enti locali) e Luigi Arru (Sanità). Assessori che continuano a restituirsi la palla della decisione: firmare l'ok definitivo o annullare definitivamente la gara?
L'ATTESA DI ERRIU L'assessore agli Enti locali, titolare dell'ex Colonia Dux realizzata da Ubaldo Badas (che la Soprintendenza ha dichiarato monumento vincolato), scarica la patata bollente sul collega di Giunta. «L'assessorato alla Sanità, nell'ultima conferenza di servizi, si era preso tempo per valutare la proposta di accreditamento. Siamo ancora in attesa di una risposta». Quanto tempo ci vorrà per decidere come eliminare lo sconcio del Poetto? «Per quel che ci riguarda, la procedura è al 99 per cento. Abbiamo anche stabilito un termine entro il quale chiudere la vicenda». Non avete scelta: firmare o annullare. Dai Riformatori arriva la proposta di annullare la gara e rimodulare un bando per trasformare la struttura in albergo. Sarebbe una scelta schizofrenica: prima si eliminano le strutture ricettive regionali (su tutte l'attuale ospedale Marino, l'assessorato al Lavoro e l'ex Moderno ora Casa dello studente), poi si propone di riattivarle. «Altri periodi, altre realtà politiche», afferma Erriu, spegnendo gli entusiasmi di molti. «La Regione non può trasformarsi in albergatore. È un'attività che va fatta da chi sa farla». Come andrà a finire? «Mi aspetto una risposta positiva da parte dell'assessorato alla Sanità. Sarebbe la più coerente. Noi il giorno dopo l'accreditamento saremo pronti ad assegnare l'edificio. Altrimenti saremo costretti a riconsiderare la destinazione futura dello stabile». Sarebbe una catastrofe, occorrerebbero altri dieci anni prima di arrivare a una meta. «Non sarà così. Con il Comune c'è l'intesa e i problemi urbanistici si possono superare con facilità». Erriu rafforza la sua posizione sulla trasformazione dell'ex ospedale in centro di riabilitazione. «C'è bisogno di una risposta immediata da parte dell'assessorato alla Sanità: la disponibilità per le post acuzie  (chi ha superato la fase iniziale di un ictus o di un trapianto di anca o di ginocchio e ha bisogno della riabilitazione) ».
IL SILENZIO DI ARRU L'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, impegnato nel tappare le falle milionarie dei bilanci del Brotzu e della Asl di Nuoro, fa sapere che non ci sono novità.
LA PROSPERIUS Mario Bigazzi, responsabile della società toscana Prosperius, forte di una sentenza del Consiglio di Stato e dell'approvazione regionale sul progetto di trasformazione dell'ex colonia è stupito. «Aspettiamo gli eventi, anche se nell'ultimo incontro abbiamo sentito una marea di assurdità. Ci auguriamo una soluzione a breve: più passa il tempo più varia il business plan».
DISCARICA IN SPIAGGIA E tra chiacchiere, rimpalli di responsabilità quel rudere continua a rappresentare uno scandalo. Uno sfregio, che cagliaritani e turisti non meritano, reso più doloroso dal fatto che i lavori di rifacimento del lungomare sono a un passo dalla conclusione.
Andrea Artizzu