Fangario, stop ai nuovi palazzi: "Alto rischio alluvione". Scontro in Comune
In Consiglio comunale non passa il progetto della lottizzazione del Fangario. I tecnici: “Area isolata e manca lo studio idraulico. Rischio idrogeologico molto elevato”. Maggioranza e opposizione litigano e il centrodestra agita lo spettro dei ricorsi: “Nessun pericolo alluvione, i privati avranno ragione e pagheranno i cittadini”.
CAGLIARI - Niente cemento, soprattutto in zone sensibili dal punto di vista idrogelogico e lontane dal centro città. Un destino che accomuna Su Stangioni e il Fangario, due aree dove si vorrebbero costruire case e palazzi: imponente il primo progetto, che vorrebbe insediare alle porte di Cagliari oltre 2500 abitanti, più piccolo il secondo che darebbe ospitalità a quasi 600 residenti. A Su Stangioni il centrosinistra ha vacillato dividendosi in diverse occasioni ma attualmente la mega lottizzazione è congelata. Tra via dell’Agricoltura, via del Fangario (nei pressi scorre un fiume) e il confine con Elmas con tutta probabilità non andrà a finire un solo mattone, per ora. Al netto delle proteste dell’opposizione oggi la maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale ha bocciato (16 a 8) il piano attuativo, che prevede 126 mila metri cubi di costruzioni e spazi verdi su 8 ettari di terra, e sposato in pieno la linea dei tecnici del Comune: “La zona non risulta collegata e il rischio idraulico è molto elevato”.
LA VICENDA. Queste le ragioni del no a un progetto che viene da lontano. É il 2006 quando per la prima volta arriva a palazzo Bacaredda, tre anni dopo c’è un primo parere dell’Aula che già allora chiede ai progettisti un approfondimento tecnico per evitare “il verificarsi di eventi calamitosi” in caso di piena o esondazione del Rio Fangario. Lo dicono gli atti, ai quali nel 2011 si aggiunge un parere espresso dal servizio Tutela Paesaggistica della Provincia che parla di mancanza di autorizzazione paesaggistica. Perchè? “L’area non è contigua ed integrata in termini di infrastrutture, con l’ambito urbano”. In termini tecnici viene definita “interclusa”, significa che mancano le opere di urbanizzazione fondamentali. Passa un anno e i proprietari presentano una nuova istanza con alcune modifiche. Tuttavia il Comune non decide e nel 2013, puntuale arriva un ricorso al Tar contro il silenzio dell’amministrazione.
IL VOTO. Oggi si torna in Aula e dalla delibera salta fuori che il piano non risulta corredato da “uno studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica”, nonostante le aree in questione siano “a rischio idraulico molto elevato” e viene ribadito che la zona è scollegata dal punto di vista urbano (si fa riferimento soprattutto alle reti fognarie). Carte alla mano il centrosinistra vota contro il progetto, Lecis Cocco-Ortu (Pd) pur ammettendo che la “delibera poteva essere portata in aula due anni fa” è netto: “Manca lo studio idraulico che è fondamentale. Inoltre è evidente che non c’è una strada di collegamento”. Secondo il presidente della commissione Urbanistica, Andrea Scano, l’intervento non può essere considerato a rischio perchè avverrà in una zona più in alto non soggetta a rischio di allagamento. Sta di fatto che non possiamo andare avanti”. Per Francesca Ghirra (Sel) invece non ci sono alternative: “Sappiamo benissimo che se in maniera scellerata il Consiglio portasse avanti la pratica questa non otterrebbe mai gli altri via libera previsti dal Ppr”.
Il centrodestra non ci sta e parla di ricorsi da parte dei privati, un altro caso Su Stangioni insomma dove il muro contro muro con le cooperative è totale. “Il no è ormai la cifra della Giunta Zedda - attacca il capogruppo FI, Giuseppe Farris - il servizio di tutela del paesaggio non ha nessuna competenza sull’interclusione del fondo. Il lotto tra l’altro è accatastato da cinquanta anni e inoltre è stata costruita una condotta idrica pubblica, della quale nella delibera non si parla”. Secondo Piras (Ncd) “bocciando quest’opera la spunteranno i privati e a dover pagare saranno i cittadini. Non c’è il rischio idrogeologico - attacca - state uccidendo l’iniziativa privata”. Posizione accolta da Mereu (Cagliari Futura): “Il Rio Fangario è ben lontano dall’area così come i rischi che possono derivare da un’esondazione”. A mediare tra le posizioni opposte Claudio Cugusi (La Base) che invita a sostenere l’intervento evitando “eventuali profili risarcitori