Chiede l'intervento del premier Renzi
Zona franca bloccata dalle invidie. E congelata per evitare di fare un assist a un possibile avversario per la corsa a sindaco. Ecco perché Piergiorgio Massidda si dice pronto a dimettersi dalla presidenza di “Cagliari free zone”, la società che dovrebbe far decollare la zona franca doganale.
«Anche l'Agenzia delle dogane ha detto di sì, si può partire, ma la Regione non ha ancora avviato alcuna procedura. La competenza è dell'assessore all'Industria, non mi ha mai chiamato. Lo ha fatto Raffaele Paci, che è stato molto disponibile, ma poi si è fatto nulla, forse è stato bloccato dal suo collega ai Trasporti Massimo Deiana», dice Massidda, che ieri ha convocato una conferenza stampa incentrata su questo argomento. I motivi del rallentamento sono tutti politici: «Non si vuole dare l'assist a un probabile candidato sindaco. Quindi si rimarrà in questa situazione fino alle elezioni. Ma io non ho ancora deciso se candidarmi o no». Massidda si appella al premier Renzi: «Vorrei che intervenisse: le logiche che bloccano la zona franca sono le stesse che frenano il cambiamento nel suo partito».
Per la zona franca «è tutto pronto, si può aprire domani. Ma forse non vogliono che tagli il nastro io», è la tesi avanzata da Piergiorgio Massidda. «Ci sono imprenditori che vogliono investire e nuovi soci che vogliono entrare nella società. Basterebbe fare una gara per iniziare con la zona franca doganale. L'opportunità c'è, se il problema sono io, sono pronto a lasciare il posto per aiutare chi vuole lavorare: la zona franca darà tanti posti di lavoro. Tante aziende vogliono investire su Cagliari per spostarsi dal nord Africa, dove c'è il caos».
L'area del Porto canale destinata alla Zona franca doganale è già stata individuata: si tratta di una fascia di sei ettari. «Prima interessava un'area di 900 ettari. Troppi. Basta pensare che Shannon, una zona franca che traina tutta l'Irlanda, è partita da tre ettari. E noi volevamo bloccarne 900?». Per il via basterebbe un milione e mezzo di euro. «Sarebbe una svolta», ha detto Massidda, «non solo per la Sardegna, ma anche per tutta l'Italia: sarebbe una sperimentazione utile per lanciare le altre zone franche nella Penisola».
L'ex senatore torna anche sul litigio col sindaco Massimo Zedda: «Mi ha preso per anziano, ma io sono un ragazzino. Voglio prendere il suo posto? Per il momento non mi passa neanche per la testa, penso agli investimenti per rilanciare Cagliari: chiunque sia il sindaco, senza risorse non fa nulla. Se è vero che il Comune ha 280 milioni di euro in banca bloccati dal patto di stabilità, beh, questo mi spaventa». Poi sulle dimissioni: «Sto lasciando una poltrona che vorrebbero in tanti. Anche se non prendo un euro, e tutti i viaggi che ho fatto me li sono pagati di tasca mia».
Michele Ruffi