Fino a quando non sarà disattivata la corrente elettrica non sarà spostata
Aiuole da rifinire, battuto di cemento da pavimentare: a vederlo così, il cantiere nel largo Carlo Felice, porzione verso via Crispi, parrebbe vicino al completamento. Parrebbe, perché in realtà è fermo da settimane. Colpa, suo malgrado, dell'edicola, incastonata nell'area interessata dai lavori.
Spostarla non è possibile, almeno non prima della disattivazione temporanea della corrente elettrica. L'Enel ha ricevuto la richiesta un mese fa. Ma gli operai continuano a latitare. «Abbiamo sollecitato l'ente più volte, l'ultima giusto stamattina», sottolinea l'ingegner Fabrizio Loi, titolare della ditta appaltatrice, «senza questa operazione siamo bloccati». Gli danno ragione il materiale ammassato alla recinzione, i cumuli di terra da livellare, il viale ancora solo cementato per consentire il transito dei mezzi pesanti. Gli stessi che, una volta che l'edicola sarà priva di cavi e imbragata, la preleveranno per trasferirla nell'area taxi accanto al Palazzo Bacaredda.
Una sosta provvisoria prima del definitivo trasloco, cinquanta metri più in alto della sede attuale. «Pensare che per lo slaccio ho dovuto anche pagare un bollettino di 122 euro», spiega sconsolato Marcello Mulas, titolare del box, «è stato l'ennesimo danno causato da questi lavori, il flusso dei pedoni si è ridotto moltissimo rispetto al passato». È il primo a sperare, ogni mattina nel sollevare la serranda, che si presenti la squadra dell'Enel. Per adesso invano. Rassicurazioni arrivano da Roma, per voce dell'ufficio stampa. «Interverremo i primi giorni della prossima settimana», è la promessa, unita alla spiegazione del ritardo: «Il 24 marzo abbiamo ricevuto conferma della possibilità di effettuare l'operazione da un ponteggio del cantiere ma, a causa del maltempo, le squadre sono state dirottate su altre emergenze».
Clara Mulas