Viaggio nelle ricevitorie della città: quanto guadagnano i gestori e chi sono i giocatori
Flash mob in favore dei bar che eliminano il gioco d'azzardo
Si inizia per gioco e, spesso, si finisce sul lastrico. Vedere girare i rulli delle slot machine (in città ne abbiamo una ogni cento abitanti) nella speranza che si blocchino sulle figure giuste è come una droga. Non smetti, nella speranza di recuperare i soldi infilati nelle terribili macchine mangiasoldi. Donne, soprattutto, ma anche anziani e giovani che passano, come ipnotizzati, ore di fronte agli schermi e alle pulsantiere del gioco d'azzardo legalizzato: la maggior parte degli introiti finisce nelle casse dello Stato. Un fenomeno sociale direttamente proporzionale alla crisi: più ce n'è più giochi.
ATTRAZIONE FATALE Sigarette, ricariche, Gratta e vinci e slot machine. Nella ricevitoria Santa Lucia di via Donizetti ieri mattina c'era la routine di tutti i giorni. «San Benedetto è un quartiere di anziani, sono loro che giocano di più, ma non mancano i ragazzi», commenta Andrea Mulliri, titolare dell'esercizio. Quanto guadagnate? «Con tre slot incassiamo circa 5 mila euro all'anno. La maggior parte degli introiti va allo Stato, che, oltretutto, recentemente ha aumentato il prelievo. Eliminarle dal locale? Lo farei volentieri se lo facessero anche gli altri».
In piazza Galilei, al Gran Caffè Galileo, la musica non cambia. «Chi sfida la sorte è soprattutto donna, di mezza età», racconta Roberta Mullanu, da dietro il bancone. «Le facce sono sempre le stesse e passano di fronte agli schermi intere giornate». E i ragazzi? «Pochi, giocano alcuni euro e se va male non rischiano».
Via Is Mirrionis 97, ore 11,45. Nella ricevitoria di Giannella Pisano c'è gran movimento. In un angolo del locale tre slot machine. «Mi cambia dieci euro», chiede un giovane alla titolare. Pochi minuti per capire che non è un giorno fortunato. «Di solito sono casalinghe, ma la tipologia di giocatori è davvero variegata».
IL COMUNE Palazzo Bacaredda già due anni fa aveva deciso, con una delibera dell'ex assessore Paola Piras, di contrastare il fenomeno delle slot machine e del gioco d'azzardo. Un tema tornato d'attualità recentemente con la proposta del consigliere comunale Enrico Lobina di stanziare centomila euro per ridurre del 20 per cento la Tari dei negozianti che le avessero eliminate. «Visto lo scarso impatto che avrebbero avuto abbiamo preferito destinare quella somma sulla prevenzione e su campagne informative.
SLOTMOB Un biliardino e una sana corsa per dire no al gioco d'azzardo. «Vogliamo premiare i bar che non hanno slot machine. Invitiamo la gente a consumare in quei locali per compensare i mancati guadagni», spiega Claudia Porcu, promotore dello Slotmob organizzato ieri. «Non nel nostro locale, abbiamo visto i disastri che causano queste macchinette», dice Mauro Marci titolare di un bar di viale Bonaria. «Vogliamo dormire sonni tranquilli».
Andrea Artizzu