Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Lo sgombero era inutile e ora chiediamo i danni»

Fonte: L'Unione Sarda
27 marzo 2015


VIALE TRIESTE. I proprietari dello stabile faranno causa al Comune

 



«Non c'è mai stato il rischio di crolli, procederemo per le vie legali». Dopo quattro giorni dal rientro nelle loro abitazioni - e un mese e mezzo da sfollati -, gli inquilini del civico 56 di viale Trieste tornano alla carica. «Abbiamo subito un danno enorme, qualcuno deve pagare. Compreso il Comune». Otto piani blindati, 76 persone fatte evacuare (dopo l'ordinanza di sgombero arrivata il 4 febbraio) e la città tenuta sotto scacco per una settimana: via Roma e via Trieste inaccessibili. Il via libera della Protezione civile arrivato lunedì sera non ferma le polemiche, e la storia continua.
I PROPRIETARI «Dal collaudo effettuato dall'ingegner Mario Marongiu risulta chiaramente che non si è mai avuto un pericolo di crollo», osserva Antonio Grauso, proprietario di diversi appartamenti nella palazzina. «Nella relazione c'è scritto che i valori del calcestruzzo sono identici a quelli del materiale usato quando l'edificio è stato costruito», spiega leggendo il documento datato 18 marzo. È stato «verificato che lo stato di degrado era da imputare sostanzialmente a mancanza di manutenzione, umidità risalente dal piano di fondazione, mancata ventilazione delle strutture per effetto di rivestimenti non traspiranti». E ancora: «Per effetto meccanico per carichi applicati alle strutture con zanche e tasselli interessanti gli strati corticali dei pilastri e successiva maldestra rimozione, prolungato gocciolio non visibile da parte di una tubazione dell'acquedotto alla base di un pilastro». Sono escluse «lesioni e incrinature a tutti i piani» e si parla di «degrado corticale di due pilastri al piani terra», che «non giustificano assolutamente lo sgombero», protesta Grauso.
I DANNI È il momento della resa dei conti: «Chi mi restituisce questo mese e mezzo di mancati affitti? Abbiamo speso», aggiunge, «circa 110 mila euro per i lavori, in più il Comune ci chiede 18 mila euro per le transenne. Oltre il danno la beffa», dice indignato, «ma non abbiamo alcuna intenzione di fermarci: la verità deve saltare fuori». Per ora, la certezza è l'ordinanza del 24 luglio dell'anno scorso, con cui si chiedeva all'amministratore del condominio di adottare tutti i sistemi di messa in sicurezza per risolvere i problemi dell'edificio. Seguirono la nota dei vigili del fuoco, che ha dichiarato inagibile il palazzo in data 4 febbraio 2015 e l'ordinanza di «evacuazione immediata» arrivata il giorno dopo, per decisione del sindaco.
Sara Marci