Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il magico violino di Sergej Krylov esalta Prokofiev

Fonte: L'Unione Sarda
23 febbraio 2009

Concerto Successo al Teatro lirico



Musica senza complicazioni, che arriva diritto all'orecchio e suscita sentimenti immediati. Il mito della musica semplice, perseguito anche da un grande del '900 come Sergej Prokofiev, è un'arma a doppio taglio. Dietro l'ideale estetico della comunicabilità si scopre un discorso articolato, ripreso dalle musiche scelte dalla Fondazione del teatro lirico per il concerto di venerdì e sabato, che ha visto protagonisti, sul palcoscenico del Teatro Comunale, l'orchestra di Cagliari diretta da Christian Arming e il violino speciale di Sergej Krylov.
Il rischio è quello di negare la modernità, di banalizzare, di cadere in una trappola che imbriglia la fantasia, rinchiudendola dentro l'obbligo a stereotipi di una semplificazione vuota. Negli ultimi settant'anni, l'esigenza di chiarezza musicale ha di sicuro assunto significati diversi. Per Prokofiev fu una scelta estetica consapevole, manifesto musicale di adesione agli ideali del realismo socialista, senza mai adattarsi a diventare manifestazione di regime. Tutt'altra cosa che un calcolato ritorno all'antico o un'esibita contrapposizione al linguaggio dell'avanguardia, è il Concerto n. 2 per violino e orchestra op. 63 di Prokofiev. Che, in quel 1935 in cui altri sperimentavano strade alternative alla tonalità, sceglieva di ricercare il rapporto diretto con il pubblico, usava un linguaggio immediato ma senza rinunciare all'originalità, anche recuperando tecniche della musica popolare della sua terra. All'interno del Concerto, si trova così una vivacità ritmica e vitale che il violino di Krylov mette in risalto nei suoi aspetti più attraenti, giocando sui rimandi con l'orchestra in un'alternanza che esalta ora la linearità melodica ora l'incisività febbrile. Una prova che fa apprezzare i diversi aspetti dell'abilità interpretativa di Krylov. Che nel finale mostra tutta la sua abilità funambolica. Una vocazione al concertismo brillante confermata e orgogliosamente esibita nei due splendidi bis, con i Capricci di Paganini n. 17 e n. 24, che sabato hanno infiammato il pubblico spingendolo a lunghi e calorosi applausi.
E dopo Prokofiev, il discorso sulla musica dell'est europeo continua con la Sinfonia n. 7 di Antonin Dvorák. Musica che la direzione di Christian Arming interpreta attenendosi agli aspetti più consolidati della lettura dell'opera del musicista boemo. Per l'orchestra di Cagliari è così una serata condotta all'insegna di una fresca esuberanza che non dimentica mai l'eleganza anche quando si lascia andare all'enfasi incalzante del finale.
GRECA PIRAS

23/02/2009