Ieri le dimissioni del neo direttore amministrativo
Stipendi a rischio, soprintendente contestata dai sindacati
di Walter Porcedda
CAGLIARI Lirico, se ne va il direttore amministrativo. Neanche una settimana, di distanza dalla nomina, ratificata dal Consiglio di indirizzo lo scorso martedì, e Giovanni Battista Ena, già funzionario del bilancio del Comune di Cagliari. La notizia dell’abbandono è come un fulmine a ciel sereno che ha circolato in teatro sin dalla mattina di ieri. Trascinando con sè gli inevitabili interrogativi del caso. Se è forse prematuro ipotizzare eventuali punti di frizione qual’è il reale motivo che ha determinato la drastica decisione? La complessità della materia da affrontare o la presa d’atto di una situazione di tensione, come quella che da mesi si respira al Lirico? Proprio per la mattinata di ieri la Soprintendente Angela Spocci aveva convocato un incontro rivolto a “tutti i dipendenti” finalizzato a fornire “comunicazioni urgenti sulla Fondazione”. Invito rimandato al mittente dal cartello delle sigle che raccoglie la stragrande maggioranza dei lavoratori del Lirico. “Si tratta di un invito che non obbliga alcun lavoratore in servizio a parteciparvi se non di proprio proposito” hanno affermato Uil, Cisal, Libersind, Snater, Css che in accordo sostanziale con la Cgil hanno poi precisato meglio in una missiva inviata alla stessa Spocci e per conoscenza anche ai consiglieri del Cdi e al presidente Massimo Zedda stigmatizzando come «alquanto insolito» il «personale approccio» della Soprintendente alla sua funzione. E via un elenco di motivi di contestazione. Da quelli più strettamente sindacali (dai provvedimenti disciplinari all’abolizione della prova unica dell’orchestra) ad altri legati alla programmazione (la presentazione della stagione sinfonica senza che fosse stata preventivamente approvata dal Cdi e illustrata alle organizzazioni dei lavoratori). E infine lo stop alla richiesta di un incontro con tutti i lavoratori senza aver preso in considerazione le prerogative sindacali (nonostante «una tardiva comunicazione per porre rimedio all’evidente errore» con invito allargato poi anche ai sindacati). Le stesse sigle che hanno sfiduciato giorni fa l’operato della Soprintendente si dicono “sconcertate” da un comportamento che «palesa una conoscenza approssimativa e superficiale delle norme vigenti in materia di relazioni sindacali». Disappunto e preoccupazione vengono espressi anche da una sigla minore come la Usb che lancia l’allarme sul possibile ritardo degli stipendi e a proposito dell’incontro saltato riferisce come «drammatica la situazione economica della Fondazione» anche alla luce, afferma il sindacato «di una perizia giurata commissionata dal Cdi a un revisore contabile esterno» e resa pubblica giorni orsono. Situazione che avrebbe determinato secondo la Usb la decisione della «Dirigenza a convocare urgentemente dipendenti e sindacati». Ma «L’annullamento improvviso e inspiegabile dimostra – dicono in una nota – la totale inadeguatezza di una Dirigenza incapace di far fronte alle inderogabili necessità che uno stato di crisi comporta e che aveva già allarmato» la stessa Usb «con alcune scelte gestionali discutibili». «Risulta – afferma ancora il comunicato di Usb – che la disponibilità di cassa, comprensiva di fido, sia quasi esaurita. La decisione che si prospetta pare essere una sola: non pagare gli stipendi». Da qui la richiesta rivolta alla Spocci di «formulare immediatamente una programmazione degna di una fondazione lirico sinfonica che garantisca al pubblico continuità in termini quantitativi e qualitativi»