VENERDÌ, 20 FEBBRAIO 2009
Pagina 1 - Cagliari
Le associazioni storiche del carnevale cagliaritano non possono scendere in piazza
Dopo l’esclusione dai festeggiamenti ufficiali ora si vuole cancellare del tutto la tradizione
È stato l’assessorato alle Attività produttive a dire no agli organizzatori
CAGLIARI. Doveva essere una sfilata allegra. Eppure per il Comune non s’ha da fare: ieri, davanti agli sguardi attoniti degli organizzatori della rantantira, il Carnevale cagliaritano, la giunta ha detto no alle autorizzazioni per le sfilate di domenica e martedì grasso. Via Sa panettera, Su diaulu e tutte le maschere mantenute vive negli ultimi trent’anni da Dopolavoro Ferroviario (Stampace), Senza Confini (Marina) e Villaggio Pescatori, rimasti esclusi dai festeggiamenti ufficiali, appaltati ai privati dell’Event Group.
Gli organizzatori della ratantira avevano pensato a due sfilate collaterali lungo un percorso studiato proprio per non disturbare le manifestazioni ufficiali. Alla richiesta delle autorizzazioni per dare il via libera alle due sfilate in programma nei giorni clou del Carnevale, il Comune ha risposto picche.
«L’assessorato alle Attività produttive a cui avevamo presentato le richieste - dice il portavoce del coordinamento del carnevale tradizionale Ugo Maddaloni - ci ha negato i permessi: questo significa che dovremo dire addio ai nostri progetti». Sono queste le sue uniche parole, all’indomani di un divieto che ha dell’incredibile. Il resto lo racconterà questa mattina nella sede del Dopolavoro Ferroviario in una conferenza stampa che si annuncia calda.
Che cosa succederà a questo punto, le associazioni del carnevale storico avranno ancora i margini per inventarsi dell’altro? Difficile dirlo, anche perchè le due sfilate del 22 e del 24 fabbraio erano l’unica iniziativa possibile, organizzata soprattutto dopo le pressanti richieste di chi, in particolare tra i cagliaritani doc, non voleva veder cancellate le tradizioni. Insomma, la rantantira sarebbe scesa per le strade soprattutto per spirito di servizio, con le associazioni che avrebbero messo di tasca i soldi necessari all’organizzazione di un evento che, dati i tempi ristretti, non avrebbe potuto contare più sui carri allegorici ma avrebbe perlomeno mantenuto una sua dignità. Invece niente: il Comune ha detto no anche a questo, affidando a un privato l’intero Carnevale cagliaritano. Se qualcosa si potrà ancora fare, viene da pensare, sarà davvero poco. Anche se l’Event Group, alleandosi con la società di Sant’Anna, ha promesso che la ratantira e le maschere della tradizione non sarebbero state abbandonate, ma chi dopo trent’anni di lavoro portato avanti con passione si sente un po’ il padre delle manifestazioni, sente che non sarà la stessa cosa.
Le grane per le associazioni storiche del Carnevale erano cominciate in autunno, quando il Comune decise di bandire un concorso in cui si invitavano gli interessati a presentare progetti per l’organizzazione delle manifestazioni di Capodanno e Carnevale dei prossimi tre anni. Gara vinta da Event Group, ma per le associazioni storiche del Carnevale invece neppure le loro idee erano male e «i punteggi sono stati dati in modo troppo discrezionale». Qualche privato, sentendo puzza di bruciato, aveva pensato anche di rivolgersi al Tar, mentre il coordinamento del Carnevale cagliaritano aveva optato per due sfilate semplici semplici ma cariche di passione. Il Comune ha detto no anche a queste.
Sabrina Zedda