L'esperienza dei giovani in città per il volontariato europeo
Sembra sia questo l'unico ostacolo che i giovani stranieri incontrano nel tentativo di ambientarsi in città.
Sono tutti d'accordo: «Cagliari è una bellissima città, molto accogliente». Ma allo stesso tempo «in pochi sanno parlare l'inglese e non è facile farsi capire». Sembra sia questo l'unico ostacolo che i giovani stranieri incontrano nel tentativo di ambientarsi in città. Lo testimoniano alcuni ragazzi e ragazze che dallo scorso settembre vivono nel capoluogo per svolgere il servizio di volontariato europeo, lavorando a diversi progetti fino al mese prossimo.
LE ESPERIENZE Provengono da Portogallo, Estonia, Francia, Malta, vivono tutti insieme e hanno ormai le idee chiare: «Mi trasferirei immediatamente, da noi il popolo non è così ospitale». Lo recitano quasi in coro. Ma ognuno ha un'esperienza diversa da raccontare. Lisa Martin, 23 anni, originaria di Swiegi a Malta, si occupa di un progetto che coinvolge i bambini della scuola elementare di via Stoccolma: «Serve a educare sulla tutela dell'ambiente - racconta - ma anche al confronto tra le diversità fisiche e culturali dei nostri paesi». Per lei nessuna difficoltà ad imparare l'italiano. «È stato facile - ammette - soprattutto perché i cagliaritani sono stati disponibili e pazienti. Ormai è come se qui avessi una seconda famiglia».
L'ACCOGLIENZA È d'accordo Sherli Taim, 19 anni, di Tartu in Estonia: «Nel mio paese non sono tutti così ospitali - spiega - mi piacerebbe vivere qui, soprattutto per il clima. Non mi aspettavo che gli italiani fossero così accoglienti. Quando vengono da noi sono diversi: più antipatici». Per lei il vero problema è la lingua: «L'italiano è troppo diverso dall'estone - continua - dopo cinque mesi non riesco ancora a parlarlo bene. Mi devo arrangiare con l'inglese ma pochi riescono a capirmi».
Della stessa opinione Annabelle Peretti, 18 anni, di Lille in Francia. «Non è semplice comunicare con le persone cagliaritane - confessa - ma amo questa città. I francesi sono più formali e noiosi, qui tutti sorridono sempre. Non me ne andrei mai da Cagliari. Rimanendo avrei però problemi con le strade: avete un traffico incredibile. Guidare o parcheggiare è impossibile».
COMUNICAZIONE Il problema con la lingua ha stupito anche Lino Galveias, 25 anni, di Coimbra in Portogallo: «Nessuno sa parlare inglese, nemmeno le guide dei musei - illustra - ed è stato strano vedere che qui si mangia carne di cavallo. E il caffè costa molto di più, ma è buonissimo. È bello stare qui». In cerca di conferme Carolina Veiga, 23 anni, di Almada in Portogallo. «Dicevano che gli italiani sono tutti romantici - conclude - ma forse non è vero. Non ho conosciuto ragazzi così. Ma sono tutti tranquilli e gentili».
STEFANO CORTIS
20/02/2009