FAI. Gli studenti e i volontari guideranno i gruppi in una visita dalle mille emozioni
Il 21 e il 22 marzo l'ex carcere aprirà le sue celle ai visitatori
A Buoncammino l'inizio della primavera sarà festa grande. Grazie all'iniziativa promossa dal Fai (Fondo ambiente italiano) e dalla sua responsabile regionale Maria Antonietta Mongiu l'ex carcere cagliaritano, chiuso il 23 novembre dello scorso anno col trasferimento dei detenuti nel nuovo istituto di Uta (che a giorni ospiterà gli uffici dell'amministrazione penitenziaria), aprirà per la prima volta a chi vorrà visitare uno dei luoghi più importanti della città. Incantevole, spettacolare, luogo di dolore, speranze e ansie, scrigno di storia e con una visuale davvero mozzafiato, l'edificio più grande del capoluogo svelerà i suoi segreti in un tour che «non vuole essere macabro, ma che intende avvicinare i cittadini al un tesoro architettonico di Cagliari», spiega Maria Antonietta Mongiu.
SBARRE APERTE Sabato 21, dalle 15 alle 20, e domenica 22, dalle 10 alle 20, l'ex penitenziario sarà al centro della XXIII edizione delle Giornate Fai di primavera. I volontari del fondo e gli studenti apprendisti ciceroni accompagneranno gruppi composti da cento visitatori in un viaggio, della durata di venti minuti, che porterà al superamento della Prima porta (dove venivano effettuati i controlli di sicurezza), per poi proseguire nel Reparto destro (dove per decenni sono stati rinchiusi i detenuti mafiosi in regime di alta sicurezza). Tappa successiva le officine e il perimetro del muro di cinta utilizzato dai mezzi per approvvigionare la mensa e il magazzino o per il ritiro dei rifiuti. I visitatori, all'ingresso della struttura, avranno a disposizione due file, una riservata ai soci Fai, che per l'occasione saranno privilegiati . Nel pacchetto è compresa la visita anche alla chiesa di San Lorenzo, accanto al carcere stesso.
TOUR DA MILLE EMOZIONI Visitare il carcere di Buoncammino è un'esperienza indimenticabile. Le emozioni si scatenano appena varcato il primo dei due pesanti portoni metallici. A destra, prima del corpo di guardia dove poliziotti e carabinieri depositavano le armi prima di accompagnare gli arrestati in cella, l'angusta saletta riservata ai familiari dei detenuti per la consegna di pacchi e documenti per i colloqui. Oltre la seconda porta, al centro della scalinata la lastra con su inciso l'articolo 27 della Costituzione. Uno dei più importanti perché tutela la dignità di chi non ha più la libertà: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Un principio che troppo spesso, in quelle celle, è stato violato. Superati i gradini che portano al bar e agli uffici, ecco l'altro varco, con vetri blindati e metal detector, che consente l'accesso al reparto detentivo. A destra gli uffici che un tempo ospitavano la matricola e l'ufficio del comandante, a sinistra la cella dei nuovi arrivati . Di fronte la guardiola del poliziotto penitenziario che di fatto aveva il comando dell'area disponendo l'apertura delle porte dei bracci sinistro e destro. E proprio in quello destro si concentrerà la visita guidata dai volontari del Fai. La sala avvocati, l'ingresso del Femminile, i depositi, gli accessi al campetto di calcio e alle zone d'aria sono il preludio a quello che è il cuore dell'ex istituto penitenziario: il reparto Alta sicurezza. Nelle celle al pian terreno hanno trascorso interminabili notti mafiosi, ndranghetisti, trafficanti internazionali di droga. Il corridoio era il teatro della giornata più intensa dell'anno: la messa di Natale celebrata dall'arcivescovo la mattina del 25 dicembre.
L'ESTERNO Il percorso inverso passerà attraverso l'intercinta, un muro che ha spento ogni sogno di evasione e reso Buoncammino un carcere inviolabile.
Ora l'obiettivo è opposto: farlo rivivere aprendo a cagliaritani e turisti.
Andrea Artizzu