MERCOLEDÌ, 18 FEBBRAIO 2009
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Cappellacci primo in sessantadue comuni su settanta
Il voto nel Cagliaritano. È stata una disfatta per il Pd Il trionfo dei partiti di Centro
UMBERTO AIME
CAGLIARI. La storia di una sconfitta è presto ricostruita: lunedì notte, in provincia, l’era Soru è stata spazzata via senza riguardo. Cancellata: ramazza, colpo di spugna e tritatutto. Non lo dicono gli analisti, ma i numeri crudi, aspri e gelidi delle solite impunite tabelle: su settanta comuni, Cagliari escluso, il presidente uscente ha vinto solo in otto - Armungia, Isili, Nuragus, Samatzai, San Sperate, Sarroch, Settimo San Pietro e Siliqua - negli altri sessantadue è stato un plebiscito per Cappellacci. E c’è di peggio, se possibile: in quella manciata di punti rossi, il candidato del centrosinistra ha ottenuto il successo pieno (vittoria personale e della coalizione) soltanto in tre: Sarroch, San Sperate e Settimo San Pietro. Sì, è stata una disfatta, inaspettata per chi, nello staff dell’ormai ex governatore, aveva ipotizzato (o invocato?) l’appassionato testa a testa in provincia, sapendo bene che per ottenere il successo assoluto bisognava conquistare almeno la metà dei comuni del Cagliaritano. Niente da fare, il duello immaginato da alcuni non c’è stato da nessuna parte.
Il Pdl, partito guida del centrodestra, ha ottenuto dieci punti percentuali in più ad Assemini, Ugo Cappellacci ha surclassato l’avversario a Quartu con un distacco di cinquemila voti. A Selargius è stata una scampagnata per i vincitori delle elezioni, ancora in estasi per il comizio di Berlusconi, l’anno scorso alla vigilia delle elezioni comunali: sono stati venti i punti di differenza a favore del Pdl sul Partito democratico.
Il massacro è stato dappertutto, per i partiti del centrosinistra e il loro candidato alla presidenza. A Dolianova il polo berlusconiano è schizzato oltre quota sessanta per cento, lo stesso a Esterzili e a Guamaggiore, con uno stratosferico 73,56 per cento, oppure a Castiadas, col Popolo della libertà a un passo da quota sessanta spinto a manetta dall’esuberanza dell’ex sindaco Eugenio Murgioni. Anche la mappa del Sarrabus è zeppa di bandierine azzurre: a nord e sud, occidente e oriente, a San Vito, come nei seggi di Sant’Andrea Frius.
Oltre al Pdl, in provincia, hanno fatto bottino pieno tutti gli altri partiti della coalizione vincente: l’Udc a Domusdemaria ha sfondato il muro dell’undici per cento, i Riformatori hanno sfiorato il venti a Escolca e il trenta a Sestu, l’Uds è il secondo raggruppamento a Nuraminis alle spalle della corazzata Pdl. Il Centro, nel suo insieme, è andato meglio del Pendolino dovunque, lontano e vicino all’area metropolitana. La vecchia anima democristiana - da sempre forte nel Cagliaritano - è risorta con una forza d’urto senza precedenti da quando s’è dissolta la “Balena bianca”. Anche il Partito sardo d’Azione è andato a punti, risalendo, in una sola elezione, la china dopo essere sprofondato ai minimi storici. Questa volta l’elettore ha visto nei Quattro Mori, alleati berlusconiani, un voto utile e questo è stato l’ottimo risultato: oltre il cinque per cento a Elmas, a Nurri ha superato addirittura il Pdl nella classifica finale. Novecento i voti in più per Cappellacci a Sinnai, alla vigilia delle elezioni subito colorata di rosso da chi aveva detto a Soru: «Tranquillo, qui trionfiamo». Macché, è stato un flop, previsione sbagliata.
La tempesta berlusconiana ha premiato tutto e tutti, persino il Movimento per le autonomie, che da lunedì fa festa (e che festa) a Escalaplano con il 31,5 per cento dei voti.
È stato un trionfo. A Barrali e Ballao, dove il Pdl ha doppiato il Partito democratico. Oppure a Pula: qui Ugo Cappellacci ha dominato grazie a un “tesoretto” di millecinquecento voti in più rispetto all’avversario diretto. A San Basilio non c’è stata storia, a Decimoputzu lo stesso, per non parlare di Senorbì dove il distacco - merito del candidato-sindaco Adalberto Sanna - è stato abissale, trentacinque punti. Qualcosa di meno a Villasimius ma sempre intorno ai trenta punti, nonostante il municipio sia amministrato dal centrosinistra. E sempre sulla Sulcitana: Soru ha perso a Teulada fin sotto le porte d’ingresso di un territorio, l’Iglesiente, che sembrava dovesse osannarlo, riconfermarlo e invece gli ha voltato le spalle, come è accaduto del resto nel Cagliaritano.
Certo, in ogni comune ha influito o meno la presenza di candidati locali o comunque radicati nel territorio. Ma anche Soru aveva i suoi uomini al posto giusto, eppure a Decimomannu (in lista c’era l’ex sindaco Leopoldo Trudu) non gli sono bastati per arrivare in testa, soltanto a Sarroch la presenza di un ex sindaco e consigliere regionale uscente (Tore Mattana) è servita a dargli la spinta per conquistare la doppia vittoria di tappa. Ma sulla stessa costa, qualche chilometro prima, a Villa San Pietro, paese natale di quello che lui ritiene il suo primo rivale interno, il deputato Paolo Fadda, l’ex governatore ha subito addirittura l’onta di essere scavalcato dalla sua stessa coalizione: lì ha ottenuto meno voti della somma dei partiti del centrosinistra. Uno schiaffo dopo l’altro, per Soru. E qualche ceffone dicono che lo abbia scosso più di altri. È il caso di Capoterra, dove dopo aver affondato le scarpe nel fango dell’alluvione, a ottobre, e gridato ai quattro venti che Berlusconi non s’era degnato neanche di porgere “sentite condoglianze” per i morti contati, Soru è stato ripagato dagli elettori con una sconfitta bruciante. Lo dicono sempre i numeri: Cappellacci ha vinto anche da queste parti e ha vinto bene, 2500 voti in più. L’ex governatore, alla fine, è stato bastonato persino dove si aspettava almeno riconoscenza per le ruspe inviate subito e gli indennizzi pagati immediatamente. Invece anche lì lo hanno abbandonato al suo destino. Non ci sarà nulla di consolatorio per il presidente uscente e la sua coalizione nel rileggere i tabulati provinciali. A meno che il Partito dei comunisti italiani non si accontenti di quel primato (ma quanto vale) conquistato a Gergei, dov’è il primo partito del centrosinistra, oppure l’Italia dei Valori abbia voglia di gonfiare il petto per essere andata a un passo dal sorpasso interno del Pd, c’è appena un punto di differenza fra i due partiti nelle percentuali, ed aver vinto a Nurri. E gli altri partiti che correvano da soli? Briciole e mozziconi di elettorali per i socialisti e Unidade per l’indipendenza. Solo l’Irs può vantarsi di qualcosa: a Soleminis ha ottenuto l’8,8 per cento. Un miracolo, l’unico.