Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Allegri getta la maschera

Fonte: L'Unione Sarda
18 febbraio 2009

Cagliari. Archiviato il discorso salvezza, il tecnico volta pagina: ma con lo stesso spirito

«L'Uefa? Chi non vorrebbe giocarla...»

ASSEMINI Mettiamola così: «L'ambizione mia, della squadra, della società e dell'intero ambiente è quella di arrivare il più in alto possibile. Del resto mancano ancora quattordici partite, e brutte figure in giro non ne vogliamo fare. Poi perché rovinare tutto proprio ora?». C'è modo e modo di voltare pagina e inseguire un traguardo importante, Max Allegri sceglie quello più morbido e meno rumoroso. Stavolta, però, l'allenatore del Cagliari non si nasconde. L'Europa nel mirino, e non potrebbe essere altrimenti vista la classifica. «Proveremo a dare il massimo, partita per partita, poi il 31 maggio tireremo le somme», afferma il tecnico rossoblù. «Ma senza l'assillo dell'obiettivo, Uefa o Champions, lasciamo perdere per quanto possibile questi discorsi, manteniamo lo stesso spirito che ci ha portato sin qui, come se dovessimo ancora salvarci, e chissà». Già, chissà. Oltre quegli occhi lucidi si nasconde chissà quale quale pensiero stupendo, ma il ruolo non ammette fughe in avanti, e in questo Allegri è un maestro (così come per i risultati in campo, eccezionali, ricorda tanto il suo predecessore Davide Ballardini). Dice (e mentre lo fa sorride) di non sapere nemmeno quante squadre vanno in Coppa Uefa («una, due, tre? Boh»), poi ammette di voler vedere una finale di Coppa Italia Inter-Juventus (se così fosse, l'attuale settimo posto occupato dal Cagliari già varrebbe la qualificazione, e questo il tecnico rossoblù lo sa benissimo). In parte scaramanzia. In parte l'allenatore del Cagliari non vuole alimentare attese alle quali potrebbero magari seguire delusioni. E come dargli torto. «Basta davvero poco per rovinare quanto di buono abbiamo fatto sinora», ripete per l'ennesima volta. Poi le ambizioni personali sono un altro discorso. «Qualsiasi tifoso vorrebbe vedere il Cagliari in Coppa Uefa, figurarsi noi che ci siamo dentro». Parla per sé e per i suoi giocatori con i quali - tiene a precisare - non ha fatto alcun discorso in particolare ieri alla ripresa degli allenamenti. «È una squadra matura e non ha bisogno di grandi parole», taglia corto. «L'ambizione di ognuno è quella di ottenere il massimo e di impegnarsi sempre e comunque». Poi ci sono le dirette concorrente, e non sono poche. Per Allegri resta in corsa anche l'Udinese, ora sei punti sotto i rossoblù. «È una squadra di tale qualità», sottolinea, «che può inanellare sei vittorie di fila». Decisivi i prossimi due mesi? L'allenatore livornese prende ulteriore tempo: «Diciamo che quando mancheranno cinque-sei partite potremo incominciare a capire quali potrebbero essere i nostri veri obiettivi finali, tra l'altro proprio in quel periodo avremo gli scontri con Palermo e Fiorentina». Al tempo l'ardua sentenza, intanto ecco un'altra sfida coi fiocchi per Allegri e i suoi rossoblù, domenica prossima a San Siro. «Affrontiamo il Milan, vale a dire la squadra più forte tecnicamente, e lo ha dimostrato anche domenica sera nel derby pur perdendo», la solita premessa. «Dovremo pertanto cercare il più possibile di proporci e concedere pochi spazi», il solito guanto di sfida attraverso il quale l'allenatore rossoblù si affaccia a una grande sfida. C'è inoltre un pizzico di orgoglio che non guasta mai. «Se abbiamo 37 punti in classifica evidentemente il Cagliari ha giocatori con valori tecnici e umani». Magari anche un buon allenatore? «Questo non lo devo dire io, lo lascio giudicare agli altri», il solito passo indietro del diretto interessato, «del resto io già fatico a giudicare i miei giocatori». Umile e vincente.
FABIANO GAGGINI

18/02/2009