Farà pure lievitare l'export, ma il Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) colpirà al cuore la qualità e salubrità dei prodotti dell'agroalimentare. È la denuncia dell'associazione Sardegna sostenibile e sovrana , che giovedì al Municipio ha presentato una mozione - sottoscritta dai consiglieri Lobina, Cugusi, Dessì, Murgia, Petrucci e Scano - finalizzata ad alzare il livello di guardia contro l'approvazione dell'accordo tra Stati Uniti e Unione Europea. Un trattato che, se venisse siglato, incentiverebbe sì il libero scambio e gli investimenti. «Ma non attraverso la diminuzione delle tariffe, già quasi nulle - ha avvertito il consigliere Enrico Lobina, primo firmatario - piuttosto tramite l'eliminazione delle barriere non tariffarie, quelle che oggi regolano e garantiscono la sicurezza alimentare».
Il rischio concreto è che, venute meno le severe normative europee, attecchiscano gli organismi geneticamente modificati. E che sia lo Stato a dover dimostrare che certe produzioni industriali inquinano. «Con queste premesse -ha aggiunto Lobina - sarà praticamente impossibile tutelare le produzioni di qualità non estensive e a denominazione di origine protetta, la cui filiera invece adesso è assolutamente tracciabile e trasparente». Consiglieri e associazione chiedono l'immediato intervento delle istituzioni. E si appellano all'articolo 52 dello Statuto sardo, che conferisce alla Regione potere d'intervento nei progetti di trattati di commercio che il Governo intenda stipulare con Stati esteri, se riguardino scambi di specifico interesse della Sardegna. (cl. m.)