Auto storiche. Si punta a coinvolgere i comuni oltre che le organizzazioni di collezionisti e appassionati
Nei centri cittadini vanno abbattuti gli attuali limiti fissati dalle norme antinquinamento vigenti in quasi tutte le regioni
Tutelare il patrimonio rappresentato dai veicoli storici, promuovendo una riforma “dal basso” che coinvolga in primo luogo i Comuni e le organizzazioni di collezionisti e appassionati. Con questi obiettivi, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) ha presentato la sua piattaforma per la valorizzazione del settore delle auto e moto storiche, intervenendo nelle scorse settimane alla seduta della Commissione Lavori pubblici del Senato. Sono almeno 300 mila i collezionisti che, in tutta Italia, coltivano la passione per i veicoli storici, ma non senza alcune difficoltà. Tra queste ci sono i divieti di circolazione nei centri cittadini, tutelati dalle norme antinquinamento vigenti in quasi tutti i Comuni italiani.
UNA LIMITAZIONE che rappresenta un ostacolo grave. Infatti, l’esiguo numero di veicoli storici in circolazione e i pochissimi chilometri percorsi (di certo non si utilizzano le auto storiche per andare al lavoro ogni mattina) non costituisce di per sé un pericolo per l’inquinamento. Il divieto rischia dunque di penalizzare lo sforzo di chi cerca di conservare e valorizzare il patrimonio motoristico italiano. Proprio per conciliare allo stesso tempo la tutela ambientale dei centri storici e le esigenze dei club e delle federazioni (Asi, Riar, ecc…) che della conservazione del patrimonio motoristico made in Italy fanno la loro bandiera, è scesa in campo “Città dei motori”. L’associazione, nata nel 2007 in seno ad Anci, si propone di mettere in rete i Comuni italiani che fanno dell’industria motoristica il proprio marchio, e conta tra i suoi soci già 20 città leader nell’industria dei motori. L’audizione al Senato, infatti, è arrivata mentre la Commissione Lavori pubblici sta discutendo 4 disegni di legge per il riordino della materia, tutti con lo scopo di introdurre, in via prioritaria, una serie di criteri chiari e trasparenti per la certificazione dei veicoli storici, in modo da evitare gli abusi e le speculazioni, tutelando i club e le federazioni di appassionati. Il rischio è che qualcuno, in malafede, possa spacciare vecchi veicoli 3Le auto d'epoca hanno avuto un picco di gradimento negli affezionati in particolare negli ultimi tempi per auto o moto storiche, beneficiando in modo illegittimo delle eventuali facilitazioni concesse ai proprietari di auto e moto storiche vere. Data la vocazione dichiarata da “Città dei Motori”, Anci ha deciso di esprimersi attraverso di essa davanti alla Commissione del Senato. CdM, rappresentata dal presidente Lucia Bursi, sindaco di Maranello, e dal segretario Danilo Moriero, ha ribadito la proposta di fissare a 30 anni dalla costruzione il limite minimo per ottenere la certificazione di “veicolo storico”. Nella sua relazione, inoltre, la Bursi ha riconosciuto la validità dei criteri previsti in tutti i disegni di legge presentati al Senato, auspicando anzi che quei criteri e i relativi controlli sulle certificazioni “siano mantenuti rigorosi e trasparenti”. Per ciò che riguarda invece le eventuali esenzioni dai divieti di circolazione in centro per i veicoli storici, la presidente dell’Associazione ha messo in guardia i senatori: se questo provvedimento dovesse essere sancito da una legge nazionale, come previsto in alcuni dei ddl in esame, ci si porrebbe “in contraddizione con i principi della Costituzione, con quelli che hanno ispirato la riforma del titolo V e, più in generale, con il principio che incardina alcune decisioni ai livelli di governo più vicini alle comunità”.
ANCI E CITTÀ DEI MOTORI propongono piuttosto una riforma “dal basso”, un protocollo d’intesa che veda tra i suoi principali protagonisti gli 8.000 Comuni italiani e le organizzazioni che tutelano il patrimonio dei veicoli storici. In questo contesto «Il ruolo essenziale di Anci e Città dei motori - ha spiegato il sindaco di Maranello è quello di coinvolgere i Comuni soci, e renderli consapevoli della soluzione raggiunta». ¦