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Cagliari, il programma di Piras: "Darò certezze ai ricercatori precari"

Fonte: web SardegnaOggi.it
2 marzo 2015

 

Cagliari, il programma di Piras: "Darò certezze ai ricercatori precari" 
Semplificazione, attenzione verso studenti e ricercatori: questi gli obbiettivi di Paola Piras, in corsa per la carica di rettore. “Non prometto ciò che non posso mantenere, ci sono tutte le premesse per fare di Cagliari una città universitaria”.



CAGLIARI – Riconoscimento delle qualità e ammirazione in ogni momento, anche in quelli difficili. Fin qui, in sintesi, le motivazioni prettamente 'riservate'. Ci sono poi le ragioni 'pubbliche', legate alla candidatura alla carica di rettore di Paola Piras: 58 primavere, docente ordinario di Diritto amministrativo, già numero uno di Scienze politiche e vicesindaco nella Giunta di Massimo Zedda. “L'università mi ha dato tanto, soprattutto nei periodi bui, è il momento di provare a restituire qualcosa". La necessità di far scendere in campo un rappresentante dell'area umanistica e la sollecitazione dei colleghi: ecco il mix che porta al 'sì' della Piras ai primi di febbraio. “Serve nuova didattica unita a buona ricerca. Darò certezze ai ricercatori precari, fare la vicesindaco mi ha permesso di conoscere meglio gli aspetti legati a quella che deve diventare una città universitaria”. Nessuna preoccupazione sulle 'voci' che la danno come una fissata col rigore, “semplicemente non prometto ciò che non posso mantenere e non modifico le regole” e considerazione morbida dell'operato di Melis: “Ha tenuto i conti in ordine, non sono abituata a dare giudizi negativi su nessuno”.

C'è chi sostiene che la sua candidatura sia sponsorizzata proprio dal rettore uscente...

“Siamo due persone molto diverse, quando si lavora in un'istituzione si pensa all'istituzione, anche facendo valere posizioni in contrasto con quelle dei colleghi. Melis è una persona corretta, non si esporrebbe mai per sostenere un candidato”.

Avete lavorato a stretto contatto per mesi. Un giudizio?

“Ha messo a posto i conti, permettendo di bandire un numero importante di concorsualità, e ha avviato un percorso di riconoscimento del merito per gli studenti”.

Scusi, Piras: e gli eventuali aspetti negativi?

“Non è mia abitudine esprimere giudizi sulle persone. Ho indicato due aspetti positivi, potevo indicarne di più, magari, sì, anche negativi. Ciò che non dico si può interpretare commentando al contrario”.

Vabbè. Perchè si candida?

“Ho ricevuto sollecitazioni dei colleghi, all'inizio ho detto di no, poi ho riflettuto, mancano candidati espressi dall'area allargata dell’Umanistica. Dall'università ho ricevuto molto, soprattutto nei periodi bui, è il momento di provare a restituire qualcosa”.

Quali le linee generali del suo programma?

“Tre punti essenziali, il primo è il recupero delle persone, poi la motivazione di tutte le componenti con attenzione alla dimensione sovranazionale e l’aumento della qualità”.

Una bella sfida, in un Ateneo impregnato di problemi...

“C'è una forte burocratizzazione di tutti i processi. Serve una nuova didattica unita a una buona ricerca. Da rettore metterò subito mano all'apparato amministrativo per stimolare le persone e garantire il benessere generale, interverrò su tutti i processi, con un occhio alla semplificazione e all'informatizzazione”.

Piras, due anni e mezzo da vicesindaco di Cagliari. Un ulteriore osservatorio privilegiato per possibili spunti utili a creare davvero una città universitaria...

“Una grande ricchezza, l'interazione tra l'amministrazione comunale e l'università è un punto di forza. C'è piena apertura da parte del sindaco Zedda, ha grande attenzione verso le nostre istanze. La Cagliari intesa come città universitaria dovrà prevedere accoglienze per gli studenti e un'attenta riflessione sulle tematiche della mobilità. Andrò oltre gli slogan, c'è tanto lavoro da fare”.

In sequenza: urgenze da risolvere, risposta a chi la teme per il suo estremo rigore, se non arriva al terzo turno chi appoggia?

“Definirò regole certe per i ricercatori e tempo determinato, avvierò le procedure per un ripensamento dello statuto e istituirò sistemi di bilanciamento tra i vari poteri, oltre alla mappatura delle competenze dell'apparato amministrativo, per ridisegnare le direzioni e riorganizzare la macchina. Mi temono? Semplicemente non prometto ciò che so di non poter fare e non modifico le regole per favorire qualcuno. Dovrei essere ben voluta da molti, non temuta. Posso farcela come gli altri, rispetto l'istituzione, eventualmente non mi esprimerò su nessun candidato. Chiunque vinca sarà anche il mio rettore. Non conta il discorso uomo o donna, se uno non è in gamba non vale. Considerando i nomi in campo, l'Ateneo non corre questo pericolo”.