Cagliari, parla Raffo: "L'Università oltre le lezioni, nuovi spazi per gli studenti" - Intervista
Riqualificazione dell'Ateneo, più coraggio nelle scelte e dialogo costante con Comune e Regione. Sono le ricette di Luigi Raffo, professore ordinario di Ingegneria. “Stop alla fuga di 'cervelli', maggiore valorizzazione delle tante risorse interne”.
CAGLIARI – Dalla Lavagna ligure (intesa come città di nascita) a quelle a muro del dipartimento di Ingegneria dove insegna dal 1994. Luigi Raffo, 50 anni, rompe gli indugi ai primi di febbraio, in modo 'originale': tira su un sito internet ad hoc, condito da slogan e punti dettagliati del suo programma. “Dov'è la stranezza? Nel 2015 chiunque dialoga attraverso il web”. Ma le numerose ricette da mettere in campo in caso di elezione, Raffo le spiattella anche di persona: “Nuovi progetti per rendere attrattivo l'Ateneo. Rivitalizzerò la Cittadella Universitaria, a Cagliari individuerò dei nostri spazi da rendere fruibili agli studenti, perché possano socializzare e vivere l'università anche oltre le lezioni”. Non utilizza giri di parole neanche per far capire che esistono 'forze interne' non pienamente valorizzate, “tanti portatori di conoscenza che lavorano nei laboratori e nei dipartimenti”.
Un sito internet ad hoc con tanto di programma dettagliato. Non è un'esagerazione?
“Per nulla. Un sito, oggi, è la normalità, alle elezioni per il rettore dell'università di Bologna tutti i candidati ne hanno uno. Rinnovare l'università vuol dire curare anche gli aspetti basilari. Ho scelto di rendere pubblico il mio programma prima di andare a presentarlo di persona per una questione di trasparenza. Così, eventualmente, le persone possono liberamente fare le pulci e in ogni posto dove vado presento le mie idee e non promesse per strappare simpatie”.
Bene. Domanda semplice semplice: perchè si è candidato?
“Il nostro Ateneo vive una situazione non positiva e, in prospettiva, a rischio peggioramento. Rischiamo, in un contesto di mercato aperto, di diventare un'università con pochissimi studenti. In 1117 nell'ultimo anno hanno preferito studiare in Italia, è mia intenzione capire il perchè e riportarli indietro. Bisogna dar vita a nuovi progetti per aumentare l'attrattività del nostro mondo, appena ventinove studenti sono venuti da fuori a studiare qui. Con me rettore ci sarà un cambio completo di impostazione, smetteremo di aver paura di non essere in grado di fare le cose”.
Entrando nel dettaglio: quali, a suo avviso, le maggiori criticità?
“Un esempio lampante: alcune facoltà sono state spostate alla Cittadella Universitaria di Monserrato, ma non sono state potenziate la mensa e la biblioteca. Sembra che le esigenze degli studenti non siano state considerate. Dopo le 18 la Cittadella non offre nulla. E' necessario capire, poi, perchè i giovani non si iscrivono più all'università, dopo ventuno anni di insegnamento la mia sensazione è che nell'Ateneo ci sia più di un problema. Come per il diritto allo studio, delle tante persone che non hanno ricevuto la borsa di studio anche se beneficiari, ben cinquecento nell'ultimo anno hanno rinunciato a ricevere un'istruzione di qualità”.
Se diventa rettore, per Monserrato ma anche per le altre tante grane cosa intende fare?
“Rivitalizzerò la Cittadella. A Cagliari utilizzermo tutte le strutture in nostro possesso, anche quelle che stanno per essere liberate, per creare opportunità di aggregazione, in modo che gli studenti possano vivere l'università anche al di fuori dell'orario delle lezioni”.
Raffo, lei è delegato per i progetti europei. Pigliaru, da Prorettore, è stato delegato per la ricerca scientifica. Ora guida la Regione, potrebbe esserci una forte intesa?
“Con Pigliaru ho lavorato in modo molto proficuo per due anni, c'è sempre stato un ottimo rapporto. Condividiamo l'approccio di tipo pragmatico nell'affrontare i problemi dell'università, spesso abbiamo ragionato insieme per trovare le soluzioni. Ci sono le premesse per un'ottima collaborazione. Ampliando lo sguardo, la maggior parte dei fondi alle istituzioni locali arrivano, con regole chiare, dall'Europa, che ha chiesto alla Regione quali linee di sviluppo intende portare avanti per ricevere finanziamenti. L'università dovrà riuscire a essere partner di Regione e Comune, offrendo la sua sponda culturale per coprogettare il futuro, tenendo conto di tutte le esigenze, sia dell'Europa sia del territorio, per dare vita a delle sfide orizzontali”.
Un giudizio sui sei anni da rettore di Giovanni Melis.
“Ha tenuto a posto i conti, consentendo di fare un'ampia concorsualità. Il rettore deve però essere una persona con una visione alta e di rilancio dell'università, è questo il ruolo principale che deve ricoprire. I conti li può gestire, bene, con figure come quelle di direttore generale e delegati".
Tre papabili da Ingegneria, una bella sfida. Ma i voti potrebbero 'dividersi', e secondo e terzo turno saranno decisivi.
“E' sbagliato ragionare in termini di singola facoltà. Offriamo tre diverse soluzioni, spetta agli elettori decidere qual è la migliore. E' meglio puntare lo sguardo e analizzare i programmi, non le persone. Personalmente cerco i voti delle singole persone, non di possibili gruppi di potere. Nel mio mondo ideale non voglio sapere chi mi ha votato, non ne sarei in grado neppure se lo volessi. In caso di un mio esito negativo al primo turno, per quanto son sicuro che non avverrà, non dirigerei i miei voti su altri candidati. Me ne farò una ragione, andrò in vacanza qualche giorno e tornerò a votare per chi, eventualmente, mi avrà convinto”.
L'Ateneo è un 'mondo' complesso. Partendo dall'assunto che non è tutto 'rose e fiori', come valorizzarlo?
“Per troppo tempo, e ancora oggi, si continuano a fare scelte dettate dall'ultimo cambio di questa o quella legge o per via di una sollecitazione ministeriale. Il mondo dell'università è pieno di persone super competenti che lavorano negli uffici, nei dipartimenti e nei laboratori. Sono dei portatori di conoscenza che deve essere finalmente condivisa. Così per le scelte, devono derivare da un momento di progettazione collettiva. La barca è unica e bisogna remare tutti insieme”.