Ansa News
"Il Piano di dimensionamento scolastico elaborato e reso pubblico dalla Regione negli scorsi giorni si pone in una linea di precisa continuità con quelli attuati dalle precedenti Giunte - attacca la Cgil -. Una pratica di tagli, inaugurata nel 2009, che continua ad abbattersi sulla scuola sarda: ennesima riduzione delle autonomie scolastiche, accorpamento degli istituti, soppressione di plessi".
Secondo la Cgil "la risposta politico-organizzativa alle problematiche (che esistono e sono notevoli) delle "pluriclassi" è la loro chiusura e la delocalizzazione dei servizi scolastici nonostante, fino ad oggi, proprio molte pluriclassi, alcune anche con esperienze di alto livello formativo, abbiano assicurato il diritto all'istruzione ai giovani sardi. Non possiamo che riscontrare la sostanziale continuità di questa Giunta nell'attuazione delle politiche liberiste che hanno caratterizzato le giunte Cappellacci".
"Sul Piano di dimensionamento scolastico i sindaci non difendono lo status quo e sbaglia chi ci appropria questa etichetta. E' vero che le pluriclassi vanno superate, ma bisogna arrivare nei Comuni con una proposta di sviluppo altrimenti quando chiudono le scuole i cittadini capiscono che lo Stato li sta abbandonando", lo ha detto il presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, durante una conferenza stampa con il Consiglio delle autonomie locali e le altre associazioni degli enti locali (Asel e Aiccre). Piuttosto viene chiesta una "exit strategy per superare lo spopolamento nelle sue due facce, l'abbandono delle aree interne e l'inurbamento in quelle costiere o nelle aree più forti".
"In un piccolo comune che ha magari già visto chiudere la caserma, le poste o una piccola impresa, quando viene chiusa la scuola che c'è da 100 anni o più si apre una ferita per quella comunità - ha aggiunto -. Se non si capisce questo siamo fuori strada e quindi da qui la rivolta e noi siamo con loro".