DOMENICA, 15 FEBBRAIO 2009
Pagina 1 - Cagliari
Il Tar dovrà esprimersi sulla richiesta dei gruppi ambientalisti che contestano la validità delle concessioni dell’accordo di programma
La Cgil: «Chiediamo che si arrivi a un patto tra Regione, privati e Comune per realizzare il parco»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Mercoledì prossimo ennesimo appuntamento con le carte bollate per la vicenda-Tuvixeddu. Forse il decisivo. Per il 18 è infatti fissata l’udienza legata a un esposto fatto dagli ambientalisti dieci anni fa e legato alla mancanza del parere obbligatorio, secondo gli ecologisti, che la sovrintendenza architettonica e paesaggistica avrebbe dovuto dare sulle concessioni. Nello stesso tempo e vista la forte connotazione politica che è stata data alla vicenda, il Comune (che ha fatto ricorso contro il blocco imposto dalla Regione ai lavori per il parco e per la lottizzazione) attende l’esito delle elezioni regionali per fare le prossime mosse.
Nella stessa udienza di mercoledì verrà discussa anche l’istanza cautelare che i legali della Coimpresa (la società interessata alla lottizzazione integrata sul colle) hanno presentato per ottenere la sospensiva del decreto con cui l’ex sovrintendente architettonico Fausto Martino aveva bocciato nel settembre scorso le ultime due autorizzazioni firmate dal Comune. I due fascicoli sono stati unificati in quanto sia gli ambientalisti che l’ex sovrintendente hanno basato i loro atti sulla mancanza del parere, considerato da loro obbligatorio, che la sovrintendenza architettonica e paesaggistica avrebbe dovuto dare sulle concessioni.
Intanto dal 4 dicembre sono ripresi i lavori edili da pare dell’impresa che sta edificando in via Is Maglias e che, nello stesso tempo, ha affermato di «stare quantificando i danni che gli interventi della Regione ci hanno causato». La ripresa delle opere segue dalle risultanze delle ultime vicende legati: il 12 novembre i giudici del Consiglio di Stato non avevano confermato l’ordinanza del Tar, che aveva accettato il ricorso del gruppo Cualbu e del Comune contro il blocco di tre mesi dei lavori (voluto dalla Regione). Nello stesso tempo, però, erano stati precisati i tempi del blocco: sino e non oltre il 4 dicembre.
Il sindacato da parte sua si dice preoccupato per il blocco degli scavi archeologici interni al parco (anch’essi stoppati dalla Regione per la realizzazione di una grande zona protetta in grado di abbracciare tutto il colle). «Noi siamo convinti che il parco possa diventare un volano per lo sviluppo - sottolinea Enrico Corbeddu, segretario provinciale degli edili della Cgil - per questo pensiamo che quegli scavi possano riprendere, anche in considerazione che si rischia di perdere un miliardo e trecento milioni di euro di finanziamento. Ma soprattutto domandiamo che si arrivi a un accordo tra Regione, Comune e Coimpresa per sbloccare la situazione».
La storia-scontro dura dal gennaio del 2007. Da un lato c’è la Regione che vorrebbe la tutela integrale di tutto Tuvixeddu, al cui interno si trova la necropoli punico romana più grande del Mediterraneo; dall’altro c’è la Coimpresa e il Comune, che chiedono l’applicazione dell’accordo di programma firmato nel 2000 (e siglato anche dalla Giunta regionale di allora). L’esecutivo di Renato Soru, nell’ottobre scorso, ha fatto alla Coimpresa una proposta di transazione: quindici milioni, più permute con edifici ed aree in viale Colombo e l’ex Enalc hotel di piazza Giovanni XXIII in cambio della rinuncia alla lottizzazione. Ma la Coimpresa ha precisato che alle parole non sono stati fatti seguire, dalla Regione, atti conseguenti legati ai «chiarimenti sui presupposti tecnico-giuridici dell’utilizzazione delle aree e degli immobili che ci sono stati proposti».