Nella bozza del bilancio regionale prevista una sforbiciata di 35 milioni all’assistenza domiciliare
di Paoletta Farina
Nuovi tagli in vista, e che tagli, agitano i disabili e le loro famiglie che dal Nord Sardegna si preparano alla mobilitazione a fianco di Salvatore Usala, il malato di Sla il quale ha annunciato un nuovo sciopero della fame da oggi, un sit in permanente davanti all’assessorato regionale alla Sanità e si è detto pronto a staccare il suo respiratore come estrema protesta. Nella bozza del bilancio regionale del 2015, infatti, è al momento prevista una sforbiciata che va dai 30-35 milioni di euro sui piani personalizzati e sul progetto “Ritornare a casa”. Sforbiciata che secondo Usala sarebbe addirittura di 40 milioni di euro. Non ci stanno le associazioni dei disabili, che già nei giorni scorsi a Sassari si sono battute contro i tagli all’assistenza scolastica e ora vedono falcidiati i fondi per la disabilità. L’Anpa Sardegna Onlus (Associazione nazionale persone autistiche) assieme alla “Io Rinasco” di Olmedo e alla Sensibilmente Onlus di Olbia parla di 35 milioni di tagli «dei quali 20 alla sola legge 162 e 12 ai progetti “Ritornare a casa”. Una decina di rappresentanti con il Comitato 16 novembre presieduto da Usala, da oggi, perciò, daranno inizio a uno sciopero della fame parziale e «se la Regione non rivedrà questo scellerato progetto, il 18 febbraio quando partirà a Cagliari il presidio fisso dei malati di Sla noi saremo presenti con una larga rappresentanza. E da quel giorno lo sciopero si trasformerà in sciopero totale della fame e della sete, se la Regione non avrà preso concreti e formali impegni per evitare il taglio in finanziaria». Nel frattempo nel Nord Sardegna partiranno azioni di protesta e sit in per tenere alta l’attenzione « su questo ennesimo attentato dell'amministrazione regionale». Per le associazioni, se non ci saranno modifiche «ben 11mila disabili non potranno più usufruire dei piani personalizzati 162 e dell'assistenza domiciliare prevista dal “Ritornare a casa” con la perdita di circa 3200 posti di lavoro per educatori e assistenti domiciliari». Senza contare che «molti disabili gravi, senza sostegno, dovrebbero essere ospedalizzati, con aggravio dei costi sulla sanità pubblica almeno triplicati». E per quanto riguarda i bambini autistici, senza i piani personalizzati della 162 «non si potrà integrare l'esiguo numero di ore di terapia fornito dal servizio sanitario nazionale». È vero che la bozza è in fase di discussione ma la scure sui fondi per l’autosufficienza ha messo in allarme anche il centrodestra. Forza Italia ha presentato un emendamento su un emendamento dell’assessore regionale al Bilancio Raffaele Paci con il quale si chiede che al fondo regionale per la non autosufficienza siano destinati 206 milioni di euro (4 in più rispetto al 2014), e non i 163 ipotizzati per il 2015. Dice Ignazio Locci, della commissione Bilancio: «No ai tagli lineari che colpiscono indiscriminatamente. Se la maggioranza vuole agire per evitare abusi, siamo pronti a collaborare, ma le famiglie non vanno lasciate sole». Ma anche nel centrosinistra la bozza non è andata giù a tutti. Luca Pizzuto, di Sel, componente della commissione sociale e sanità afferma: «Stiamo lavorando per trovare soluzioni positive».