Liceo Siotto. Dibattito
Basta nominare le droghe leggere per catturare l'attenzione dei giovani. Soprattutto se l'argomento viene affrontato dal punto di vista legale, più che morale. Allora ecco che ognuno vuole dire la sua, senza farsi intimidire dalla posizione di esponenti delle forze dell'ordine. Anzi: con loro il confronto diventa ancora più deciso e articolato. Lo hanno dimostrato gli studenti del liceo classico Siotto Pintor, che ieri mattina hanno ospitato nella propria aula magna la conferenza “Cultura della legalità”, proposta dai carabinieri. La prima di una serie di incontri che verranno realizzati tutto l'anno nelle diverse scuole della Regione.
L'INCONTRO Davanti agli alunni iscritti al quarto anno nel liceo classico cagliaritano sono intervenuti Carmine Adinolfi, comandante della regione carabinieri, Michele Sirimarco, comandante provinciale dell'Arma, e Francesco Pelliziani, provveditore agli studi. Una volta rotto il ghiaccio, i ragazzi hanno incalzato gli interlocutori con numerose domande, in grado di spaziare tra diversi argomenti e stimolare un dibattito acceso e ricco di spunti, utili ai giovani quanto agli ufficiali. Fra tutti il tema delle droghe ha coinvolto maggiormente lo scambio di vedute.
«Per combattere la criminalità, che si basa anche sul traffico di stupefacenti, non si potrebbe legalizzare le droghe leggere?». Questa la domanda di un ragazzo, appena diciottenne. E a ruota numerose considerazioni sulla libertà dell'individuo. Prese di posizione convinte si sono alternate tra giovani e adulti, a confermare che l'argomento è particolarmente sentito dal mondo degli adolescenti. «Non sono d'accordo con tante di queste leggi. Molte sono ingiuste», ha aggiunto lo studente. Immediata la risposta di Sirimarco. «È naturale poter avere visioni diverse, ma non per questo possiamo scegliere quali leggi rispettare e quali no. Le leggi vanno rispettate sempre, a prescindere dalla nostra opinione personale».
I TUTORI DELLA LEGGE Da qui si è poi spaziato sulla credibilità e sull'efficacia del ruolo dei tutori della legge. «A volte si ha come l'impressione che le forze dell'ordine non sappiano tutelare i cittadini nella maniera adeguata». Sicura la visione del comandante: «Il nostro compito è stare vicino alla gente, dare consigli e indicazioni per evitare che le situazioni degenerino. Non esistiamo solo per arrestare o reprimere. È più importante prevenire».
STEFANO CORTIS
13/02/2009