La disperazione del titolare di uno dei chioschi del Poetto: "Il Comune fa il Pul, noi lo paghiamo a caro prezzo. Abbiamo realizzato chioschi in legno da 90 mila euro e ora dobbiamo buttare giù tutto. Grazie assessore Frau, per come è riuscito a indebitare tutti gli operatori del litorale"
Autore: Jacopo Norfo il 01/02/2015 18:58
Un Pul a caro prezzo. E una contestazione chiara, decisa, nei confronti dell’assessore all’Urbanistica Paolo Frau. Lo stesso che chiama “delinquentelli” i giornalisti che non scrivono a suo favore, dalle parti del Poetto è contestatissimo. Lo stesso che è stato messo al palo dalla Barracciu, all'assemblea del Pd sul Poetto, quando il sottosegretario gelandolo ha chiarito che "non esiste alcuna proroga delle concessioni sino al 2020". E adesso? Alla quarta fermata, il titolare di uno dei chioschi (che preferisce restare anonimo per timore di ritorsioni) non ci sta: “Per venirci incontro ci stanno facendo pagare 200 euro al mese il posteggio dell'ippodromo, abbiamo speso 90 mila euro nel 2012 ora stiamo buttando le strutture senza averle ammortizzate. Il Comune ha realizzato il Pul, a noi non resta che pagarlo di tasca. Non capisco come l'assessore Frau se la prenda con i giornalisti che hanno solo riportato le parole della Barracciu. Dovrebbe prendersela con tutto il suo partito, poichè stanno costringendo noi imprenditori a indebitarci ulteriormente dopo che abbiamo fatto un chiosco nuovo, tutto in legno con tutte le certificazioni". Il resto è storia nota: "Quando hanno progettato i chioschi nuovi hanno fatto in modo che non potessimo riutilizzare queste strutture. Modificarle costerebbero molto di più. Non abbiamo garanzie per il futuro visto che la scadenza delle concessioni è al 31 dicembre 2015, solo ricatti belli e buoni. Della serie "o fate come vi diciamo noi, o lasciate il posto a qualcun altro. La vera politica della giunta Zedda è questa. Noi ci siamo da 30 anni al Poetto, non siamo arrivati ieri. Ci vediamo alle prossime elezioni, assessore". Una protesta che cresce di ora in ora, insieme al malcontento della città.