Ansa News
Parte dai Comuni sardi la sfida allo Stato per ottenere condizioni "minime" di lavoro capaci di dare ai sindaci tutti gli strumenti per poter governare le città. Dopo l'attentato al primo cittadino di Bultei (Sassari) Francesco Fois - l'ultimo di una lunga serie in Sardegna - e il raduno straordinario di ieri di tutti gli amministratori locali isolani nel piccolo comune del sassarese, l'Anci Sardegna rilancia la necessità di unire le forze per formare un movimento che dall'Isola alimenti una spinta collettiva nazionale per dire allo Stato di cambiare passo e strada.
"Ci ascoltino perché così non andiamo più avanti - dice all'ANSA il presidente dell'Associazione dei comuni sardi, Pier Sandro Scano - Non è nostra intenzione sguarnire i comuni e le comunità. Siamo decisi a rimanere sulla breccia ma serve un cambio di passo. Non vogliamo scorte e meno che mai militarizzare i territori, ma riconquistare la leale collaborazione tra Stato e comuni. La fascia tricolore che portiamo deve rappresentare il simbolo del servizio nobile alla propria comunità, piuttosto che una croce o un bersaglio", chiarisce.
Ecco allora che l'incontro chiesto al ministro dell'Interno Angelino Alfano attraverso la mediazione del governatore Francesco Pigliaru, al di là della ritualità a cui più volte si è assistito nelle diverse manifestazioni di solidarietà da parte di esponenti del Governo, diventa l'occasione per chiedere i livelli minimi per restare alla guida delle città. "Ci devono ascoltare anche perché non possono commissariare 8.000 comuni - avverte Scano - altrimenti mandino i commissari e che Dio li aiuti". Le richieste sono semplici ma dirette: "superare il patto di stabilità che, con un meccanismo perverso e senza eguali in Europa, non permette di spendere neppure le risorse che i comuni hanno in cassa; leggi giuste e non provvedimenti indecorosi come l'Imu agricola; strumenti e risorse per portare avanti progetti e fare qualcosa di buono nelle comunità".
C'è anche una convinzione di fondo espressa dal presidente dell'Anci: "le bombe - spiega - non nascono dalla pressione fiscale che pure è causa di tensione sociale e di malcontento soprattutto negli strati deboli della società", ma si inseriscono in un contesto nel quale il simbolo delle istituzioni è quella fascia tricolore portata dal sindaco, "un uomo spesso solo nel deserto, con sempre meno scuole e sempre meno uffici e presidi dello Stato presenti sul territorio".
Dall'alleggerimento della pressione fiscale, però, può arrivare un segnale "piccolo ma importante". "Ecco perché nel rinnovato clima di dialogo con la Regione - osserva Scano - abbiamo chiesto che si incida sui termini di pagamento del conguaglio di Abbanoa, facendo slittare la scadenza al 2016, e che venga istituita una task force che, in breve tempo, dia le indicazioni per razionalizzare il sistema di conferimento e smaltimento dei rifiuti, per abbattere i costi che nell'Isola sono più del doppio dello standard nazionale".