Authority portuale in attesa dei pareri
E ci sono anche i silos del grano, quelli del molo Rinascita, dentro il porto di Cagliari. Che fine faranno? Saranno demoliti come vecchi ruderi o “riciclati” in qualcos'altro? Sta di fatto che bisogna fare in fretta, intervenire prima possibile per decidere il futuro di quelli che, nel bene e nel male, sono ormai considerati un pezzo storico dello skyline cittadino. Se da una parte c'è il timore che, tra un vincolo e l'altro, alla fine non se ne faccia niente - col rischio di sbattere l'ennesima incompiuta in faccia ai turisti che sbarcano nel porto - dall'altra ragioni di sicurezza sembrano non lasciare molto spazio ad altre ipotesi se non a quella dell'abbattimento.
L'ITER Già nel programma triennale delle opere pubbliche approvato dall'Autorità portuale (150 milioni di euro da investire nel porto tra il 2015 e 2017), la demolizione dei silos figura tra gli interventi più importanti, per una spesa di circa un milione, ricomprendendo anche la riqualificazione di tutta la zona di Riva di Ponente. E in questa direzione vanno anche i negoziati con l'ex concessionario, il Consorzio agrario di Cagliari, responsabile dei silos, fin dal 1973, sino al 31 dicembre 2011. «C'è una via tracciata ma si deve chiudere», sollecita Vincenzo Di Marco, dal gennaio 2014 commissario dell'Autorità portuale, incarico prorogato sino ad aprile. «L'intendimento dell'Autorità, secondo l'accordo preso col Consorzio, è quello di abbatterlo per recuperare le aree e per motivi di sicurezza». In effetti l'emergenza di tre anni fa, quando uno dei silos era esploso scaraventando sulla banchina quintali di orzo, aveva fatto scattare l'allarme e ancora oggi, nonostante l'area sia transennata e i silos vuoti, le “celle” che un tempo contenevano il grano sono un potenziale pericolo. Una valutazione che va inserita anche all'interno del nuovo scenario che vede sorgere, proprio a ridosso dei silos, il porto peschereccio che dovrà ospitare tutti i pescatori, che oggi migrano da un molo all'altro. «Dobbiamo avere il beneplacito dell'Avvocatura e dell'Agenzia del demanio - spiega Di Marco - il parere di Sovrintendenza e Regione: se non ci facessero demolire occorrerebbe pensare a un recupero del bene e a una sua destinazione d'uso compatibile col piano regolatore portuale. Mi piacerebbe che la vicenda si chiudesse sotto il mio commissariamento, ma ormai non dipende più da me».
ALTERNATIVE C'è chi è arrivato a immaginare un hotel di lusso, con una grande sala congressi in cristallo, fra otto piani di struttura elevati lungo l'altezza dei silos: «In ognuno due camere da letto perfette», era il sogno dell'ex presidente dell'Authority Piergiorgio Massidda. «È il mio cuore cagliaritano che mi porta a osare, per creare con pochi soldi sviluppo e lavoro: un'idea sostenuta da team di professionisti...Ma ora, forse, non c'è più tempo».
Carla Raggio