Rassegna Stampa

Il Sardegna

Armonie del popolo rom

Fonte: Il Sardegna
12 febbraio 2009

Al Lirico Melodie tzigane in un viaggio tra la Spagna e la Mitteleuropa con la Budapest Festival Orchestra diretta dal suo fondatore Iván Fischer. di Anna Brotzu

Il “canto mistico” degli zingari al Teatro Lirico di Cagliari. L’energia trascinante e le struggenti armonie di una musica che esprime il dolore e la gioia di vivere saranno il fulcro, domani alle 20.30 e sabato alle 19 del duplice appuntamento, incastonato nella stagione concertistica 2008-2009, con la Budapest Festival Orchestra.
IL CELEBRE ENSEMBLE, fondato nel 1983 da Iván Fischer, che ne è anche il direttore, e Zoltán Kocsis con l’intento di riunire i migliori talenti del paese sul Danubio, proporrà al pubblico isolano un affascinante itinerario sulle note di Franz Liszt, Pablo de Sarasate e Johannes Brahms, tra melodie e ritmi gitani ed echi delle culture slave e d’Andalusia. Non mancheranno spazi d’improvvisazione affidati all’estro e la fantasia dei solisti, il grande violinista József Csócsi Lendvay, affiancato da un giovane e brillante interprete dello strumento ad arco, József Lendvay jr. (allievo di Yehudi Menuhin e Ida Haendel, Igor Oistrach e Sándor Végh) e un virtuoso del cimbalom come Oszkár Ökrös. Alle pagine ispirate all’arte dei suoni del popolo rom, dall’evocativa Rapsodia Ungherese n. 3 di Liszt alle brahmsiane Danze Ungheresi e le Arie Zigane del compositore spagnolo, si giustappone il finale quasi “beethoveniano”, e spiccatamente romantico della Sinfonia n. 1 di Brahms. Le felici intuizioni di un genio del pianoforte sul «senso musicale d’incredibile profondità» delle genti zingare si traducono nel vortice di suggestioni e nella libertà espressiva delle Rapsodie, che fondono la tradizione ungherese al lirismo, le variazioni metriche e il vibrante temperamento di un’anima nomade e appassionata. E il curioso equivoco dell’identificazione fra cultura mitteleuropea e gitana contrassegna anche le Danze di Brahms, ove si sposano folklore magiaro e sonorità romaní, mentre sinti e kalé della penisola iberica ispirano le Arie di Sarasate. A suggellare i concerti, arricchiti dalle creazioni estemporanee dei solisti, la classica architettura della Prima Sinfonia, densa di rimandi tematici al maestro di Bonn, dall’intrigante trama melodica iniziale, fra un Andante e un Allegretto, alla varietà espressiva del quarto movimento, austero e brioso, e deliziosamente cantabile. Biglietti: da 7 a 35 euro. Info: 070.4082230.