Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Teatro Massimo: su il sipario ci sono le elezioni

Fonte: La Nuova Sardegna
12 febbraio 2009

GIOVEDÌ, 12 FEBBRAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari

Inaugurato il nuovo spazio per la prosa ma manca il certificato formale di agibilità



Il galateo elettorale doveva suggerire il rinvio della cerimonia almeno di una settimana



Valentina Cortese ha letto alcune lettere scritte da Eleonora Duse

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Inaugurato il teatro Massimo, solo che non ha l’agibilità. Ai vigili del fuoco il Comune ha portato le carte solo ieri mattina: il locale non ha ancora la certificazione formale. La cerimonia è avvenuta lo stesso. Perchè non aspettare l’autorizzazione? Non è che la fretta è legata alle elezioni?
«Su il sipario, si aprono le urne», potrebbe essere il titolo di una pièce teatrale. Invece è la realtà recitata ieri. Allora delle due l’una: o l’agibilità è unica, o viene data a rate. E se è vera - come è valida - la prima ipotesi, l’autorizzazione all’uso non c’era. L’amministrazione si è difesa affermando che il collaudo consiste in tanti interventi e che questi sono stati fatti, ma ha dovuto ammettere che la certificazione formale non c’è e che solo ieri sono state consegnate «le ultime carte» ai vigili del fuoco. E che non ci sia il «sì» di questi ultimi è confermato dal fatto che alle imprese che hanno collaborato alla realizzazione del Massimo non è stato ancora saldato quel 5 per cento del compenso legato alla fine del collaudo della struttura.
I lavori del teatro Massimo sono stati tra i più seguiti e i ritrovamenti archeologici fatti durante queste opere hanno permesso di recuperare molti reperti e spazi monumentali, ora fruibili dai visitatori. Tutti, quindi, è presumibile che abbiamo lavorato bene, ma non c’è la certificazione finale. Allora delle due l’una: o le regole valgono per tutti e senza l’agibilità il locale non può essere utilizzato, oppure no, ci sono i privilegiati.
Ma allora perchè forzare i tempi? Dato che fra tre giorni ci saranno le elezioni, è naturale, come direbbe Andreotti, che a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Altrimenti perchè non spostare l’evento anche solo di una settimana o dieci giorni? L’altra ipotesi è che tutto era pronto e non poteva essere rimandato. Ma l’imminenza delle regionali rende qualsiasi altra spiegazione del tutto risibile.
Ieri intanto il teatro era affollato e sembrava proprio che la città volesse riappropriarsi di uno spazio storico, del tutto trasformato, dove i meno giovani hanno visto dal film «Ben Hur» a «Morte di un commesso viaggiatore» con Tino Buazzelli, oppure le coppie come Panelli-Stoppa, il jazz come quello degli Art Ensemble of Chicago e la grande lirica ecc. E nei ricordi torna alla mente quella sala enorme per circa 1.600 posti.
Poi ieri la riapertura con «Su il sipario, si aprono le urne», pièce politico-teatrale inaugurata dal sindaco Emilio Floris, dall’assessore ai Lavori pubblici Raffaele Lorrai e dal responsabile della Cultura Giorgio Pellegrini, con la partecipazione di don Mosè Marcia, vescovo ausiliare di Cagliari, e di Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale alla Cultura.
Di fronte al numeroso pubblico che ha riempito quasi tutte le 578 poltroncine della platea, i 136 posti della galleria e i 24 delle sei logge, c’è stata la recita, nel senso etimologico originario di «fare l’appello di persone», delle autorità presenti. È stata declamata l’importanza del teatro per la città (il sindaco), per la diffusione della verità e della gioia (il vescovo Marcia), per l’impegno di chi vi ha lavorato (l’assesosre Lorrai), per la continuità del recupero delle cose belle (l’assessore Pellegrini), perchè Cagliari è il luogo che ha attaversato tutte le contemporaneità (l’assessore Mongiu). Poi c’è stata una inaspettata performance simil dadaista di Pellegini su Renato Soru (pur non nominato) come grande bambino di Sanluri che vuole un castello (riferito al Betile), a cui il sindaco Floris ha rifiutato di fare da spalla. L’assessore Mongiu ha sorvolato.
Infine un po’ di spettacolo col Teatro stabile della Sardegna (a cui è stata affidata la gestione del Massimo) che ha recitato (nel senso di dire ad alta voce) aforismi vari legati al teatro. Infine la vera prima donna, Valentina Cortese, anticipata da un video di lei giovane che recita Checov, mentre ieri ha letto diverse lettere di Eleonora Duse ad Arrigo Boito. Poi il sipario si è chiuso e la polemica è iniziata.