Cronaca semiseria di un viaggio quotidiano nel traffico cittadino delle ore di punta, tra automobilisti indisciplinati, autocompattatori e divieti di sosta. Perchè i camion dell'"aliga" escono sempre in orari di punta? E quanto tempo perdiamo?
Autore: Alessandro Zorco il 19/01/2015 13:06
Ogni mattina a Cagliari un automobilista esce di casa all’ora di punta e sa che dovrà correre più veloce dell’autocompattatore se vuole arrivare in tempo al lavoro o accompagnare il figlio a scuola prima che il camion della nettezza urbana gli blocchi la strada. E ogni mattina un autocompattatore esce dal suo deposito e sa che dovrà correre più veloce di un automobilista indisciplinato se non vuol trovare un’utilitaria piazzata proprio davanti al cassonetto della spazzatura.
Ogni mattina, tra le otto e le otto e mezzo, sulle strade cagliaritane va in scena lo psicodramma collettivo del traffico. L’atmosfera è carica di tensione. L'automobilista esce in ritardo, spesso reca sulle spalle il pesantissimo zaino del figlioletto. Sa che per arrivare in orario, prima a scuola e poi al lavoro, dovrà fare uno slalom nel traffico degno del miglior Gustavo Thoeni e poi inventarsi un parcheggio facendo un gioco di prestigio alla Silvan.
Anche l’autocompattatore esce dal deposito all’ora di punta quando sa che il traffico cagliaritano è maggiormente congestionato. Percorre le strade strategiche, quelle scorciatoie che gli automobilisti più astuti percorrono per abbreviare i percorsi cittadini, e si ferma con grande professionalità a svuotare ogni cassonetto. Ingaggia con l'automobilista una sottile guerra psicologica. Sa che tanto arriverà un momento in cui l'automobilista, sfinito, parcheggerà la sua utilitaria davanti al cassonetto per andare a fare una commissione. Allora l'autocompattatore potrà imporre tutta la sua forza.
Fino a qualche anno fa gli autocompattatori circolavano la mattina presto. A Cagliari alle sei di mattina trovavi per strada soltanto gli hockeysti che andavano a fare allenamento (al Cus Cagliari, all’Amsicora o alla Johannes oppure al Palazzetto dello sport, nei mesi invernali in cui si disputavano i tornei indoor) e gli autocompattatori.
Ricordo ancora il rumore del camion della spazzatura che rompeva il silenzio mentre, nel buio pesto, accendevo il pandino sperando che nonostante il freddo e l’umidità si mettesse in moto. In giro c’erano soltanto i panettieri e qualche edicolante chizzanoche apriva la saracinesca della sua edicola.
E poi c’erano loro, i netturbini. Mi ha sempre affascinato quel mestiere che consentiva di guardare Cagliari da un’angolatura diversa, dal predellino di un camion, quando la città era ancora addormentata e immersa nel silenzio.
Oggi è cambiato tutto. La città si mette in moto all’improvviso. E alle otto nelle strade cagliaritane esplode il caos. Moltissime auto e pochissimi parcheggi disponibili, molti dei quali blu. Ogni famiglia ha almeno due macchine, ma non sa più dove metterle. Se non bastasse, ci pensa il Comune a pianificare i lavori di manutenzione delle strade seminando ovunque divieti di sosta. Un esempio? Da giorni nella zona di piazza Giovanni XXIII intere vie sono a lungo interdette al parcheggio per la pulizia delle caditoie (lavori essenziali, per carità, per prevenire i danni devastanti della pioggia). Ma è possibile che non si possano organizzare i lavori in modo tale da non interdire intere strade al parcheggio per giorni e giorni prima che siano effettuati gli interventi?
Morale: ogni giorno i cagliaritani, tradizionalmente restii ad andare a piedi o utilizzare i mezzi pubblici (men che mai la bici, visto che nelle piste ciclabili si rischia di esser presi a sportellate), iniziano la giornata esaurendosi in mezzo al traffico, costretti a lotte all’ultimo sangue per spartirsi i pochi parcheggi disponibili.
Qualcuno, vuoi perché indisciplinato vuoi perché stremato dalla lunga ricerca, pensa bene di posteggiare davanti ai cassonetti. Allora apriti cielo. Improvvisamente spunta all'orizzonte un autocompattatore che non riesce a passare e che a sua volta blocca tutta la carreggiata. Scoppia il caos. I clacson suonano in coro, si alzano le voci. Cresce la tensione, si scatena il conflitto.
Insomma non importa se sei un autocompattatore o un automobilista indisciplinato che parcheggia davanti al cassonetto. Basta che ti muova.