Cagliari, barriere architettoniche. Lettera-appello al Comune: “Eliminare anche quelle per non vedenti”
Non solo barriere fisiche: per i disabili visivi e uditivi sono necessari anche segnali tattili e mappe a rilievo per superare gli ostacoli nelle strade. L’Inmaci (Istituto nazionale per la mobilità autonoma di ciechi e ipovedenti) scrive una lettera-appello al Comune.
CAGLIARI – I lavori per rendere la città fruibile dai diversamente abili ci sono: non abbastanza, visto che in alcuni quartieri – soprattutto periferici, ma non solo – le buche e i gradini fanno bella mostra di sé. In più di un caso SardegnaOggi ha documentato alcune situazioni 'assurde', tra percorsi pieni di ostacoli e addirittura guard rail sopra i marciapiedi. Col risultato che la 'politica' ha quantomeno recepito il messaggio e ha promesso di darsi da fare. Tuttavia, per alcuni tipi di disabilità, come quella visiva, resta ancora tanta strada da fare. Ecco i motivi che hanno spinto l'Istituto nazionale per la mobilità autonoma di ciechi e ipovedenti a vergare una lettera inviata al Comune – destinatari sindaco, vice sindaco, assessore ai Trasporti e un paio di consiglieri – sottolineando alcuni aspetti: ben vengano i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche, ma non devono essere 'parziali'. Marciapiedi e piazze, ma anche scuole e ospedali: servono tutta una serie di implementazioni per i non vedenti. Quali? Segnali tattilo-vocali per avvertire della presenza di un 'pericolo valicabile' e gli indispensabili 'bip' ai semafori, giusto per fare due esempi: la città, sotto questo punto di vista, è ancora 'a macchia di leopardo'.
LA LETTERA - “Oltre alle barriere fisiche, nei lavori in partenza, devono essere anche eliminate le barriere senso-percettive, che impediscono ai disabili visivi l'orientamento e la riconosibilità dei luoghi e delle situazioni di pericolo”, così inizia la missiva dell'Inmaci, condita da leggi esistenti a tutela dei diversamente abili. Norme, in termini più semplici, “che vanno ottemperate, e rappresentano un costo minore rispetto agli interventi edilizi necessari ad abbattere le barriere fisiche”. La Onlus che tutela i ciechi “si mette a disposizione del Comune, gratuitamente, per ulteriori chiarimenti e per revisionare i progetti esecutivi, che devono essere conformi a norme e disciplinari tecniche” previste per i non vedenti. La lettera è firmata dal vice presidente dell'Inmaci, l'avvocato Antonio Nardone, che ricorda anche che “non possono essere erogati finanziamenti pubblici per opere dove non siano eliminate tutte le barriere architettoniche, anche quelle senso-percettive per i disabili visivi. Il mancato inserimento di questi obblighi di legge nel capitolato d'appalto per qualsiasi opera pubblica”, inoltre, “comporta la sua nullità per violazione di legge, con le conseguenti responsabiltià civili e contabili”.
LA MOZIONE - Sensibilità e rispetto delle regole: ecco, in estrema sintesi, i punti sui quali si incardina la mozione preparata da Pierluigi Mannino, consigliere comunale di 'Patto per Cagliari'. E' tra i rappresentanti comunali che ha ricevuto la lettera: con il suo documento, invita il sindaco e la giunta a stabilire un cronoprogramma di interventi per abbattere le barriere architettoniche nelle aree di proprietà del Comune, oltre a calendarizzare una serie di iniziative e incontri con le associazioni di categoria per giungere a una risoluzione. “La nostra città non può continuare a essere off limits per chi ha problematiche motorie, è inaccettabile, è soprattutto una questione di dignità”, dice Mannino, “in tutto il territorio comunale deve esserci la garanzia, per tutti, di potersi spostare in totale sicurezza. L'augurio è che la mozione sia condivisa da tutti i consiglieri”.