Urbanistica. Il Pd: «Il Comune ha trasformato 43mila metri quadri di zone verdi in residenziali e pure di lusso»
«Disegnano in pochi giorni il futuro“edilizio” ma ci sono progetti approvati fermi da anni»
Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦
Si chiamano “Bs3*”, biessetre asterisco. Dietro questa sigla si nascondono terreni destinato a verde e servizi, che l’amministrazione trasforma in edificabile. Un affarone. E in quattro anni la giunta guidata dal sindaco Emilio Floris ha consentito che su 46 mila metri quadri destinati a verde fossero costruiti 103 mila metri cubi di palazzi. E mica edilizia sociale o agevolata. Molti sono palazzi di lusso (5 mila euro a metro quadrato) di tante (note e meno note) imprese edili cagliaritane. «E oggi questo stesso Comune che ha mandato avanti la politica del cemento - denuncia il consigliere Pd Andrea Scano - dice no al campus universitario perché sarebbe privo di verde e con pochi servizi». E, sempre sul no al campus di Paulo Mendes Da Rocha, il capogruppo Pd Ninni Depau, agita uno spettro: «Non è che non si vuole fare un torto a coloro che guadagnano dagli affitti in nero»? L’urbanistica nel mirino della conferenza stampa di ieri del Pd in Consiglio comunale.
FUTURO IN POCHI GIORNI. «Il 29 gennaio con una delibera la giunta ha licenziato quasi tutta l’urbanistica cittadina: Su Stangioni, porto e piano utilizzo del litorale - spiega Claudio Cugusi - Se aggiungiamo il piano particolareggiato del centro storico del 18 dicembre, abbiamo tutta la città pianificata in pochi giorni. Per quanto riguarda Su Stangioni non sappiamo ancora se diventerà un ghetto senza servizi, mentre sul Pul (che prevede anche la regolamentazione dei chioschetti del Poetto) non abbiamo trovato traccia delle proposte delle coop». Cugusi ha auspicato un piano del porto che colleghi il fronte mare alla città e poi ha auspicato un ripensamento sul campus, per l’integrazione reale dei fuori sede in città e la lotta al mercato degli affitti in nero. Il capogruppo Ninni Depau, ha accusato la giunta di aver messo una pietra tombale sul campus, sferrando «un calcio nel sedere » all’Ersu. Il suo predecessore Marco Espa, consigliere comunale, regionale e candidato Pd alle imminenti elezioni, ha puntato l’indice sul no all’accordo di programma da 220 milioni di euro per Betile, Sant’Elia e campus «esclusivamente per motivi politici».
DURO ANCHE l’intervento di Andrea Scano. «Ormai è chiaro che Cagliari è una città che non vuole i giovani - attacca il consigliere Pd - dopo aver allontanato studenti e giovani coppie, ora ci provano anche con gli studenti». Scano punta l’indice contro le zone “Bs3*” , quelle aree inizialmente destinate a verde e servizi e poi trasformate dal Comune in edificabili, in cambio di giardini comunali «spesso di fatto “privatizzati” dai palazzi stessi» o parcheggi «magari a centinaia di metri di distanza», oppure di soldi per il Comune. Lo stesso consigliere ha poi ricordato l’atteggiamento del Comune sui beni cosiddetti identitari, come il Piano paesaggistico regionale ha definito alcuni palazzi o monumenti tipici della cultura e del patrimonio sardi: «Hanno bloccato le concessioni edilizie nella fascia di tutela, perché mancava l’intesa per un monumento su 51 e solo per tenere alta la tensione contro la Regione ». In chiusura, il presidente della circoscrizione del Centro Storico Gianfranco Carboni, ha accusato l’amministrazione di aver bloccato (negando la concessione edilizia) il campetto Apcoa dopo una regolare gara, il voto in giunta e in consiglio comunale e dopo sei conferenze di servizi. ¦