EMERGENZA. Troppi monumenti della città in mano a vandali e teppisti
Non c'è solo il Bastione nella mappa del degrado
Per restare in Italia, non certo la culla del senso civico, immaginate una facciata del Duomo di Milano imbrattata con la vernice spray. Scoppierebbe uno scandalo e ne parlerebbero tutti. A Cagliari invece è successo nella Basilica di Bonaria, il luogo simbolo della religiosità dei sardi, ma quasi nessuno se n'è accorto. Sul muro nel retro del tempio, dove c'è il parchetto e l'ingresso secondario al cimitero monumentale, campeggiano alcune scritte colorate e una sorta di testa di diavolo. Sono lì da chissà quanto tempo. E nessuno si è mai preso la briga di cancellarle.
LA MAPPA DEGLI SFREGI Il Bastione di Saint Remy non è dunque l'unico cerchietto rosso nella mappa degli sfregi ai monumenti e ai gioielli architettonici della città. Un po' ovunque i luoghi simbolo della storia e della cultura dell'antica “Karalis”, meta di migliaia di turisti ogni anno, mostrano le ferite inferte dai vandali che si vanno ad aggiungere a quelle del tempo e dell'incuria.
I MONUMENTI FERITI L'ingresso della chiesa di San Saturnino, la più antica della città, è deturpato da scritte di colore viola, anche queste vergate con l'immancabile vernice spray. Nel vicino parco delle Rimembranze, invece, oltre ai soliti murales e alle firme dei writers, i teppisti hanno divelto lastre di marmo e sparso i frammenti dappertutto. Se ci si sposta nello storico quartiere di Castello la situazione non cambia di una virgola: sulle mura del Bastione lungo via Mazzini ancora scritte, pasticci orribili e messaggi di ogni tipo, così come sulla Porta dei Leoni e sul monumento di piazza Martiri, in parte danneggiato a martellate. Imbrattate dagli spray anche le pareti della Torre dell'Elefante, mentre fortunatamente i vandali non hanno lasciato segni della loro idiozia in quella di San Pancrazio né in piazza Palazzo e sui muri dell'antica Cattedrale.
DEGRADO ALL'ANFITEATRO Capitolo a parte l'Anfiteatro romano, che negli anni passati finì al centro di roventi polemiche a causa del suo utilizzo, oggi vietato, quale arena per i concerti. È uno dei monumenti archeologici più importanti di Cagliari insieme alla necropoli punica di Tuvixeddu ma, nonostante ciò, non gode affatto di buona salute. «Per fortuna di recente non ci sono stati raid vandalici - spiega uno dei ragazzi della cooperativa che gestisce il monumento -, ma ogni mattina, prima che arrivino i turisti, dobbiamo fare il giro tutto attorno per raccogliere siringhe e flaconi di metadone». Non solo: molti sbandati e senzatetto lo usano come rifugio per la notte, anche se fortunatamente sembrano rispettare questo luogo magico. «Quando arriviamo la mattina presto li vediamo uscire con le loro cose dai vari rifugi improvvisati, ma a essere sinceri non hanno mai combinato danni».
LE POLEMICHE Intanto fanno discutere le dichiarazioni dell'assessore comunale Luisa Anna Marras che dopo il raid al Bastione si è detta contraria all'installazione delle telecamere di sicurezza per tutelare i monumenti, ritenendo più utile invece puntare «sul senso civico della gente». «Forse nei prossimi giorni la vedremo girare con una sporta piena di copie del “libro Cuore” da donare a teppisti e cafoni per renderli migliori», ironizza sarcasticamente Stefano Deliperi, del Gruppo d'intervento giuridico. «Da anni - prosegue - noi chiediamo la sistemazione di adeguati sistemi di videosorveglianza presso aree d'interesse ambientale e siti culturali». Diversa la ricetta di Edoardo Tocco, consigliere regionale e comunale di Fi, che propone invece di «salvaguardare i siti culturali ed architettonici della città» attraverso l'utilizzo dei vigilantes.
Massimo Ledda