LA PROPOSTA.
Il terzo settore si appella al Comune per ottenere la sede di tutti gruppi
C'è un posto interrotto, sul colle di Buoncammino. Ecco perché si moltiplicano le proposte per riutilizzare al meglio l'ex carcere, e anche i volontari ora si candidano per gestirlo, almeno in parte. «Datelo alle associazioni di volontariato di tutti i settori, compresi quello culturale», è l'appello lanciato ieri in una conferenza stampa organizzata di fronte all'ex carcere da Roberto Copparoni, presidente di Amici di Sardegna, «fate in modo che sia patrimonio dei cagliaritani, che questo edificio possa dare voce a chi non ha voce».
Associazioni di soccorso, assistenza alla persona, culturale, turistiche: la città è ricca di volontari senza casa, senza spazi. Ora li chiedono al Comune (anche se l'iter per la dismissione a favore della Regione e poi al Municipio è ancora tutto da fare): «Il sindaco Zedda trovi un immobile comunale, ad esempio l'ex scuola “De Amicis” in via Falzarego, in cui l'amministrazione penitenziaria possa trasferire i documenti che sono a Buoncammino», è la proposta di Copparoni, «e poi assegni il carcere al terzo settore: ci basta che il Comune paghi le coperture assicurative, e al resto penseranno le tante centinaia di volontari cagliaritani. Ci occuperemmo noi anche delle visite guidate gratuite a Buoncammino».
Molte associazioni chiedono un protocollo d'intesa per andare ad “abitare” nell'ex carcere, aprendolo alla città. «Deve diventare un centro polivalente culturale, in grado anche di ospitare teatro, convegni, concerti, sale prove per la musica», chiede Concetta Pistolesi, guida turistica volontaria, «ma la facciano subito, evitando di consegnare l'ex carcere al degrado». Insomma, no a un nuovo ex ospedale Marino.
Luigi Almiento