"Tasse troppo alte e patrimonio dimenticato, Zedda ecco cosa non va"
Tributi troppo alti per i cagliaritani nonostante il taglio degli sprechi fatto dal Comune. É l’analisi degli ultimi bilanci fatta da Enrico Lobina, consigliere di Sardegna Sovrana: “Alcuni dati estremamente preoccupanti, in alcuni casi aumenti del 50%”.
CAGLIARI - Si parte dal passato, tre anni e mezzo fa, quando nel programma elettorale il centrosinistra bocciava senza sconti la gestione del centrodestra, colpevole di lasciare “una spesa in molti settori fuori controllo, a causa di una gestione deleteria delle risorse”. E si arriva all’ultimo bilancio firmato dall’attuale maggioranza. Cosa è cambiato? “Oggi il bilancio è sano ed equilibrato ma non risparmia i cittadini, i tributi locali sono aumentati in modo spropositato”.
I DATI. A passare ai raggi x i conti del Comune è Enrico Lobina, consigliere eletto con la maggioranza e di recente passato al gruppo Misto chiedendo al sindaco Zedda una maggiore spinta nel fronteggiare la crisi. I numeri che preoccupano maggiormente riguardano spesa corrente, ciò che si spende per la gestione ordinaria dei servizi pubblici (in sintesi per far funzionare la macchina amministrativa), e tributi comunali: “Oggi le spese correnti pro-capite sono aumentate di 127 euro - afferma carte alla mano -, passando da 1296 euro del 2011 ai 1424 euro del 2013. Per la gestione dei rifiuti siamo passati ad incassare, dai cittadini, circa 48 milioni di euro, a fronte di una spesa rimasta invariata”. Però quello che pìù spaventa sono “i tributi locali aumentati notevolmente, passando da 581 euro procapite nel 2011 ad 889 nel 2013, con un aumento percentuale di circa il 50%. Eliminando il fondo di solidarietà e l’Imu 2013, che nominalmente entra in questo conteggio, arriviamo a 788 euro pro capite”.
Dunque? “Emerge un quadro con più ombre che luci, e con alcuni dati estremamente preoccupanti. É positivo sia la riduzione notevole dei residui attivi e passivi, così come è positivo l’aumento delle entrate extra-tributarie, seppur limitato. I tributi locali sono aumentati in modo spropositato”. Un esempio sono i rifiuti: “In questo caso non vale neppure la giustificazione che l’aumento è causato dalla riduzione dei trasferimenti dello Stato: la sproporzione è troppa, non sono raffrontabili”.
Una delle cause tirate in ballo è anche la fuga dalla città dei cagliaritani che di anno in anno decidono di trasferirsi nell’hinterland: “É ovvio che se Cagliari in un anno perde duemila abitanti, le spese e dunque le tasse devono essere suddivise tra un numero minore di persone che quindi dovranno pagare di più”. Qui emerge il secondo dei problemi: il patrimonio, le ex servitù militari o i tanti edifici che il Comune possiede e che per un motivo o per l’altro rimangono chiusi. “Dobbiamo mettere un freno all’emergenza casa, ci sono luoghi strategici da riqualificare tramite manifestazioni di interesse con le quali attirare i privati che potrebbero fornire risorse al Comune”. Un esempio? “Ai grandi investitori, sia il Qatar o altri, dobbiamo dare la possibilità di riqualificare le ex servitù, diamogli il 60% ma imponiamo che il restante 40% venga valorizzato per opere che siano al servizio dei cittadini come l’edilizia pubblica. Le colpe - conclude - stanno anche su altri livelli, stiamo aspettando l’Agenzia sarda delle entrate, così da non vederci scippati i soldi dei sardi dallo Stato. Se non la fa Pigliaru spetta ai Comuni e Cagliari deve essere in prima linea. Ci poniamo in dialettico nei confronti del sindaco, ma senza voltare la faccia di fronte ai dati. Vogliamo trovare, insieme, delle soluzioni".