L'INTERVISTA. Commercio, lavori, traffico, Lirico, inchieste e tasse
Capitale europea: nessun aiuto dalla Regione
M. Francesca Chiappe
Sul grande tavolo nell'ufficio al terzo piano che si affaccia sul porto ci sono le simulazioni fotografiche della città futura, il cellulare è lì vicino, a portata di mano: giusto qualche telefonata in cerca delle pochissime cose di cui non è sicuro, nessun utilizzo compulsivo, anzi. Massimo Zedda ritaglia un pomeriggio abbondante da un'agenda ricca. Due mesi dopo l'esito della gara che ha incoronato Matera capitale europea della cultura per il 2019 non sembra bruciare troppo. O forse il sindaco dissimula bene.
Dove ha sbagliato?
«Ma no, abbiamo fatto bene a candidare la città, siamo arrivati in finale, battendo Bergamo, Palermo e Venezia. E siamo capitale italiana della cultura per il 2015».
Un contentino che non porta nulla.
«Un milione di euro. Matera, per essere chiari, ne ha vinto uno e mezzo. Sono soldi fuori dal patto di stabilità, sulla spesa corrente, che potranno dare supporto alle associazioni culturali, di spettacolo, commerciali, finalizzate al turismo. Il 2015 sarà l'anno dell'Expo, Cagliari partecipa col Poetto, si farà pubblicità tra i 20 milioni di visitatori che andranno a Milano».
Proprio nessun errore?
«La debolezza è stata la partenza in ritardo, solo due anni prima. Se i concorrenti fossero state città di mare come Bari, Palermo o Genova avrei potuto riflettere sul perché della mancata vittoria, ma qui è stata fatta una scelta diversa, un borgo antico».
È vero che Cagliari non ha preso neanche un voto o che, viceversa, ne ha preso solo uno in meno di Matera?
«No ( sorride ), non lo so, non lo sa neanche il ministro».
Non avete coinvolto l'opposizione né le associazioni culturali.
«Abbiamo coinvolto la città tutta».
E come?
«Coi progetti di riqualificazione urbana e sociale».
Il giorno del verdetto tutta Matera era in piazza, a Cagliari non c'era nessuno.
«È più facile raccogliere i cittadini di un piccolo borgo dove peraltro, così come anche a Siena e Ravenna, si dava per scontata la vittoria. Lì ci credevano».
Qui no?
«Solo la fondazione Banco di Sardegna. Dalla Regione, con Cappellacci, nessuna mano d'aiuto. Ci hanno invece creduto molti Comuni, i volontari, Confindustria e gruppi editoriali locali e nazionali. Con Pigliaru le cose sono cambiate ma il ritardo ha pesato».
A proposito del progetto, prevedeva l'unione del centro coi rioni periferici che, invece, restano tali.
«Non è vero: c'è in atto la ricucitura urbana di Is Mirrionis, abbiamo importanti lavori a Sant'Elia, a Santa Teresa a Pirri, a Mulinu Becciu, e per il periodo 2014-2020 sono già stati assegnati fondi dedicati, 25 milioni di euro, per intervenire dal punto di vista occupazionale, sociale e delle attività produttive».
Il commercio è in crisi e per Natale le vie del centro sono occupate dai cantieri comunali: protestano tutti.
«Quei lavori servono anche per la riqualificazione del commercio».
Ma c'è la crisi, non si vende niente, Natale può dare una boccata d'ossigeno, invece ci sono le transenne.
«I lavori durano mesi, un Natale comunque lo becchi. E i cantieri fanno girare l'economia. Sono lavori consistenti e importanti sui sotto servizi, stiamo intervenendo anche nelle condotte idriche colabrodo, col primo acquazzone si sono allagati pure i portici di via Roma».
A proposito di acqua, chiudete i rubinetti senza avvisare i residenti.
«C'è stato un imprevisto tecnico di Abbanoa, da risolvere in via urgente, vicino a un cantiere comunale».
Lei dice che i lavori fanno girare l'economia ma in via Garibaldi segnalano solo operai rumeni.
«Ci sarà qualcuno non sardo ma la gran parte lo sono».
Mai pensato di mandare un vigile sotto il bastione per evitare lunghe file di auto dal passaggio pedonale davanti alla rotatoria fino a via Roma?
«Fatto. E comunque, semaforo o no, quella fila a Natale c'è sempre stata. La domanda semmai è un'altra».
Quale?
«Sono contenti i cagliaritani della rotatoria? Io penso di sì».
Via Roma: lavori nella corsia dei bus e transenne dal lato portici: per quanto ancora?
«Sulla corsia dei bus si finirà in gennaio, sul lato portici era impensabile aprire un altro cantiere. Quando lo faremo saremo velocissimi grazie ai 15 milioni di euro stanziati per “Cagliari gestione strade”. Basta un sms al numero gratuito 800 116 444 per segnalare una buca: interviene immediatamente la società che lavora 24 ore al giorno».
Lei ha dichiarato guerra alle auto: le basteranno i voti dei ciclisti per vincere le elezioni del maggio 2016?
«Ma no, non ho dichiarato guerra alle macchine né agli automobilisti che sono anche pedoni e, soprattutto, cittadini».
Sì, ma Cagliari si estende su nove colli, è impossibile pedalare ovunque.
«Ma certo, bisogna trovare sistemi di mobilità alternativi, nessuno pensa di eliminare le auto. Ma l'Europa ha finanziato con 11 milioni un sistema di mobilità ciclopedonale nell'area vasta e così abbiamo fatto le piste. Ma anche la rotatoria al molo Ichnusa: piace ai ciclisti o agli automobilisti? E quelle di piazza Sant'Avendrace o del bastione o dell'Amsicora? Abbiamo perfino aumentato i parcheggi».
Eh, sì... «Mille in più». Ma dove? «In via Farina, alla Fonsarda, in viale Colombo e viale Diaz». E li avete tolti da piazza Palazzo. «Se qualcuno ha la foto di una cattedrale italiana con un parcheggio davanti li rimetto». E i residenti dove parcheggiano? «Stiamo rafforzando i vigili di quartiere per far rispettare gli stalli dedicati, dobbiamo sostituire gli ascensori e potenziare il bus 7 del centro storico». Non si parla più dei parcheggi sotto le mura: hanno vinto gli ambientalisti? «No, sono in fase di gara». Le mura sono a rischio: «Provvederemo al consolidamento». Che tempi per la metro? «Nel 2016 partiranno i lavori». Quando piove si aprono voragini in via Santa Margherita, viale Merello, via Scano, via Roma. «I lavori servono proprio per evitarlo». E le piccole buche disseminate in ogni strada e marciapiede? «Ci sono 15 milioni e quel numero verde: basta chiamare». La “chicane” di via Maglias a dispetto degli annunci è ancora lì. «In gennaio sarà eliminata». La movida fa scappare i residenti dalla Marina. «L’obbiettivo è di attenuare il disagio». Poetto: non appena eletto ha tenuto dritta la barra della legalità e si è attirato critiche da tutte le parti. «Beh, non c’era alternativa. Ora abbiamo adottato il Pul: per 30 anni non c’è stata garanzia per chi lavorava al Poetto, adesso ci sono regole amministrative certe. E stiamo facendo il lungomare». E dopo passerete alla spiaggia: davvero è in programma un nuovo ripascimento? «Ci sarà un intervento per attenuare l’erosione. Stiamo anche recuperando la vecchia sabbia bianca, l’abbiamo trovata 80 centimetri sotto la strada». La città è sporca: cacche di cani dappertutto e c’è chi continua a dar da mangiare ai piccioni. «La città è pulita, spendiamo 7 milioni per spazzare le strade, sono pochi incivili a sporcare». A Cagliari si pagano le tasse locali più alte d’Italia. «Solo per i rifiuti». Come mai? «Sono altissimi i costi di smaltimento ma, un accordo con Regione, Cacip e Tecnocasic, servirà ad abbattere i costi di conferimento da 15 a 2 milioni». L’Anfiteatro è ancora chiuso. «No, è aperto tre giorni alla settimana. Abbiamo un milione e mezzo per il restauro e poi attrezzeremo l’area per gli spettacoli». In che tempi? «Non so fare una previsione, tutto è nelle mani della Soprintendenza». Tuvixeddu. «La necropoli è aperta tutti i giorni». Parzialmente. «Bisogna risolvere alcune questioni, ma lì c’è la Regione...». Buoncammino. «Si gioca la grande partita del futuro. Ho incontrato Pigliaru ma bisogna coinvolgere Stato, Università e Confindustria». C’è fretta: un edificio inutilizzato decade velocemente. «L’importante è avere una visione d’insieme per un percorso di monumenti e siti archeologici che vada da piazza Yenne a piazza San Michele». Bello, ma tutto insieme non si farà mai. «I tavoli con le istituzioni sono aperti, sotto Natale incontrerò Pigliaru. Quanto a Buoncammino: vorrei aprirlo subito ai visitatori». E l’ex ospedale Marino? «Per me dev’essere un albergo, così come l’attuale ospedale». I soldi dove li trova? «Anche qui bisogna attirare investimenti privati». Il terminal crociere. «Io mi affaccio dall’ufficio e lo vedo tutti i giorni». Vuoto. «Dopo tutte le recenti dichiarazioni al giornale non ho ben capito se volessero fare una piazza sul mare, una struttura per croceristi o un parcheggio, so che per me deve essere un luogo che accolga i turisti e sia utilizzato mattina e sera anche dai cagliaritani». La città ha sempre meno abitanti. «Abbiamo arginato lo spopolamento. Io penso che 461 milioni del piano di investimenti siano anche un motore per l’economia cittadina: lavori per questi importi li ha solo Milano, ma con l’Expo». Da sindaco, come vede Cagliari? Povera? «Io vedo un intero Paese povero. La mia rabbia è avere 280 milioni in cassa - da investire nel tessuto dell’economia produttiva, per abbassare la tassazione, potenziare i servizi al cittadino e alle giovani coppie, creare occasioni di lavoro - e non poterli spendere a causa del patto di stabilità». Teatro lirico: quando finirà la guerra col sovrintendente Meli? «Io non l’ho mai iniziata». E gli stipendi chi li ha bloccati? «Bella domanda... domani si riunirà il consiglio di indirizzo per discutere la situazione economica dell’ente». Alla luce del rinvio a giudizio, nominerebbe ancora Crivellenti al Teatro lirico? «Ho sottovalutato il concentrato di potere che gestiva il teatro e che ho tentato di scardinare. Con la gestione Crivellenti i conti erano in ordine, il bilancio in attivo e siamo stati premiati dal ministero con un milione e duecentomila euro». La nomirebbe o no? «Sarei dovuto andare dritto alla Procura a denunciare quello che ho trovato». Cioè? «Conti non in ordine». La sua giunta è la migliore possibile? «Sì, lo dicono i risultati». I rapporti col Pd e il nuovo segretario Montaldo? «Ottimi». Si sente saldo in sella? «Sì». Ma il Pd parla di primarie per le Comunali 2016. «Parteciperò». Non è una sconfitta per il sindaco uscente? «Mi piacciono le sfide». Quindi si ricandida. «Certo». @mfchiappe