PROGETTO OLIMPIADI. Il capoluogo potrebbe partecipare a “Roma 2024”
Il precedente di Italia '90 e i troppi soldi sprecati
Per alcuni un'opportunità, per altri il rischio di finire nel classico meccanismo all'italiana di appalti e sprechi milionari: per ora però di certo c'è solo che il premier Matteo Renzi ha lanciato la sfida alle Olimpiadi del 2024. Un progetto ambizioso puntato su Roma ma che pare destinato ad allargarsi anche a «Firenze, Napoli e alla Sardegna». Se si realizzasse, su Cagliari e sull'Isola potrebbe arrivare dunque una pioggia di denari paragonabile a quella dei Mondiali di calcio del 1990.
ITALIA '90 Un precedente storico poco rassicurante. Allora, infatti, ci furono miliardi e miliardi a disposizione per 12 città: erano i tempi di un'Italia spendacciona, alla vigilia dello scandalo di Tangentopoli. Furono aperte voragini finanziarie con un ritorno economico che non ci fu mai, nonostante il successo di immagine. Cagliari fu tra le sedi designate: decine di miliardi arrivarono dal Governo e fu messo in opera un discreto restyling urbanistico.
LO STADIO Il Sant'Elia, con i suoi vent'anni di vita, era uno degli stadi più giovani: si decise di non demolirlo ma di dargli una rinfrescata. Sulle cifre ufficiali c'è sempre stata poca chiarezza, ma la spesa per lo stadio superò i venti miliardi di lire. Da oltre sessantamila spettatori si passò a 44 mila seggiolini colorati con soli posti a sedere. Fu abbandonato il progetto di coprire tutte le tribune e l'unica copertura realizzata fu quella ancora esistente sopra la tribuna centrale, efficace solo in parte e in assenza di vento. Sopra la curva Sud comparve il tabellone luminoso e furono apportati ritocchi a tutta la struttura, senza grande efficacia: in occasione della querelle tra Cagliari e Comune, cominciata con i primi crolli del 2002, è emerso che le parti in calcestruzzo più deteriorate erano proprio quelle realizzate per i Mondiali.
LA CUPOLA All'esterno fu realizzata la Cupola geodetica Italia '90, meglio nota come il Pallone. Nacque come sala stampa e durante le partite di Inghilterra, Olanda, Egitto ed Eire ospitò giornalisti arrivati da tutto il mondo. Passata la delusione per l'eliminazione e la sbornia mundial, la struttura esterna rimase abbandonata e tutto il Sant'Elia cominciò il suo declino. Ora il Pallone viene sfruttato da alcune società sportive per calcio, arti marziali e scherma.
FIUMI DI SOLDI Gli investimenti non riguardarono solo lo stadio. Per le opere pubbliche esterne il Comune spese oltre 30 miliardi di lire. Quasi 8 servirono per sistemare gli impianti sportivi di Monte Mixi e per realizzare i sovrappassi pedonali sul canale di Terramaini che sostituirono i vecchi ponti di legno. Ancora: 11,8 miliardi servirono per costruire i parcheggi intorno allo stadio e altri 3 furono utilizzati per sistemare la strada per l'aeroporto e il parcheggio multipiano.
LE STRADE Diversi furono gli interventi sulle vie per raggiungere lo stadio. Da anni era fermo il progetto per l'Asse mediano, un'idea ambiziosa di cui era stata realizzata solo una parte. Grazie ai Mondiali arrivarono i soldi per andare avanti: 4,5 miliardi per allargare via dei Conversi e collegarla all'Asse mediano, che arrivò fino a viale Ciusa grazie a un identico stanziamento. Ma sono dovute passare altre due edizioni dei Mondiali perché nel 1999 fosse inaugurato il cavalcavia all'incrocio tra via Cadello e via Santa Maria Chiara e solo quando l'Italia li ha vinti - nel 2006 - è stato ultimato quello tra via Peretti e via Stamira. Alla Regione arrivarono 3 miliardi per manifestazioni culturali, mentre altri fondi furono dati ai privati per realizzare alberghi come il Caesar's Hotel e l'Hinterland di Selargius. La domanda resta: ne è valsa la pena?
Marcello Zasso