I l blues? «Ci sono nata con questa musica», dice l'intramontabile Patty Pravo, di scena oggi alle 21 all'Auditorium del Conservatorio di Cagliari per Rocce Rosse Blues. «Ho fatto studi classici, ma il blues è stato il primo genere che ho amato al di fuori della musica accademica», prosegue l'ex ragazza del Piper che, a dispetto del tempo che passa, in fondo in fondo ragazza si sente ancora, nell'animo e non solo: «A sessantasei anni ho una bella salute e mi posso ancora guardare bene nuda», sottolinea con un misto d'orgoglio e vanità. Poi, il concerto di questa sera. «Naturalmente non mancheranno i brani più celebri che il pubblico si aspetta», precisa: «Con me ci saranno Roberto Procaccini al pianoforte e tastiere e Nicola Costa alle chitarre, fiati e percussioni».
Quando non gira per concerti, in questo periodo che fa?
«Mi chiudo in sala di registrazione per completare il nuovo album che uscirà in primavera, che registra tra l'Italia e Los Angeles. Ci saranno brani di Vasco, Gianna Nannini, Ferro, Sangiorgi, Emis Killa».
Ha venduto cento milioni di dischi: numero da capogiro.
«Per fortuna c'è stato il tempo per poterli fare e vendere. Adesso vendere cd è molto difficile».
Da capogiro anche gli incontri: Angelo Roncalli, Ezra Pound, Mae West, De Sica, Antonioni, Schifano, Jimi Hendrix, Mick Jagger e Keith Richards, i Pink Floyd.
«Era facile in quegli anni incontrarsi e far nascere un'amicizia. Con Jimi ricordo una sera in cui girammo per Roma in Cinquecento, con i Pink Floyd, un litigio furibondo al Piper, dopo il quale diventammo amici. Pound l'ho conobbi invece a Venezia, quand'ero ragazzina. Mi ha lasciato una grande traccia nell'animo».
Roma, città dove vive, è ora “Mafia Capitale”…
«Un duro colpo all'immagine di una città straordinaria, adesso diventata invivibile anche per via del degrado quotidiano: sporcizia, strade piene di buche e tutto il resto. Quando l'ho conosciuta, potevo girarla perfino scalza».
Anche Venezia non se la passa bene. Salvatore Settis in “Se Venezia muore”, la descrive come agonizzante, senza più memoria, segnata dal malaffare.
«Viverci è quasi impossibile. È presa d'assalto da legioni di persone che ormai neanche guardano, da navi gigantesche che l'attraversano distruggendo la laguna, e tante altre cose che mi fa male solo a pensarci. Venezia non c'è più».
Disse no a De Sica e Antonioni, che la volevano per “Il giardino dei Finzi-Contini” e “Professione reporter”. Ora ha detto sì al greco Koutras per Xenia-Pazza idea».
«È un film che va bene e che ha ottenuto diversi premi. Mi è dispiaciuto molto non aver fatto quei film, ma ero sempre in giro con tour importanti: era impossibile fermare tutto».
Una canzone che avrebbe voluto fosse stata scritta per lei?
«Un senso, del mio grande amico Vasco».
Carlo Argiolas