Oggi bus fermi e un corteo
Continua la protesta dei lavoratori del Ctm, l'azienda di trasporto pubblico locale. Oggi i bus si fermeranno per il terzo sciopero proclamato dai sindacati confederali di categoria di Cgil, Cisl e Uil e autonomi, a sostegno della vertenza iniziata 8 mesi fa. I sindacati rivendicano un piano industriale «che contenga le linee strategiche per uno sviluppo del Ctm che dia certezze occupazionali fermando l'emorragia in atto: nel decennio di questa amministrazione, che si vanta di non aver mai fatto ricorso alla cassa integrazione anche perché non prevista, si sono persi circa 200 posti di lavoro». Non solo: i sindacati sollecitano il rinnovo del contratto integrativo aziendale (premio di risultato agganciato agli aumenti di produttività) scaduto nel 2006.
LO SCIOPERO Alle 10.30 i lavoratori andranno in corteo fino al palazzo municipale dove una delegazione sindacale chiederà di incontrare gli azionisti del Ctm per esporre le ragioni della vertenza. «Il tutto - dicono in una nota - nell'auspicio di trovare sensibilità maggiori da quelle finora riscontrate nei due massimi amministratori del Ctm, il presidente del consiglio d'amministrazione e il direttore generale».
PRODUTTIVITÀ In una nota si spiega che «i sindacati stanno chiedendo con fermezza che venga prodotto il piano industriale e che, nell'ambito dell'integrativo aziendale, vengano aggiornati non solo gli obiettivi d'incremento di produttività ma anche i parametri economici a essi correlati: così che siano equamente distribuiti fra tutti i lavoratori oneri e onori». Le organizzazioni ricordano che «il premio di produzione 2004-2006, prorogato nel 2007, era autofinanziato per il 50 per cento circa dagli stessi lavoratori con le somme provenienti dall'accordo dell'integrativo aziendale del '90, e che la quota di parte aziendale è la stessa da oltre 15 anni e mai neanche indicizzata».
NUOVI BUS In particolare sul prospettato acquisto in full-service dei nuovi autobus, il sindacato «ha fortemente contestato la passività con cui si stavano subendo scelte e soluzioni, fatte da altri (Regione) e che potrebbero rivelarsi estremamente pericolose per la salvaguardia dei livelli occupativi». La nota si conclude con una domanda agli amministratori dell'azienda: «Cos'è che veramente impedisce di dotarsi di un piano industriale, che indichi le linee strategiche di sviluppo del Ctm spa? Vi è dietro una verità scomoda? Forse gli appetiti che ci sono sull'area del deposito di Santa Maria?».
10/02/2009