Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Coste e cemento, dubbi sulla legge casa

Fonte: La Nuova Sardegna
18 dicembre 2014

Malcontento nel Centrosinistra dopo l’approvazione in commissione: si riapre la via alle vecchie lottizzazioni?


di Alfredo Franchini 

CAGLIARI La manovra finanziaria allontana i tempi del passaggio in Consiglio regionale della «Legge casa», destinata a sostituire quel piano scaduto in novembre e non prorogato, ma il testo approvato dalla commissione riapre il dibattito sulle norme urbanistiche. I 32 articoli che compongono la legge approvata dalla commissione «Governo del territorio», presieduta da Antonio Solinas (Pd), suscitano grandi dubbi all’interno del Centrosinistra. Il testo ha avuto il via libera a maggioranza e ora dovrà passare al vaglio del Consiglio delle Autonomie locali. Tra le finalità della legge c’è la riqualificazione e il miglioramento della qualità architettonica e abitativa. Soru. Sicuramente l’ampliamento delle attività turistico ricettive (nelle zone B, C, F e G comprese nei 300 metri dalla linea della battigia marina) non piacerà al neo segretario del Pd, Renato Soru, perché, con quelle norme, cade la prescrizione dell’inedificabilità totale della fascia costiera per la quale il Centrosinistra si era sempre battuto. Volumetrie. I calcoli sono presto fatti: il venti per cento delle zone F è a destinazione ricettiva e consentire un aumento del 25%, attuabile anche con corpi di fabbrica nuovi e separati dall’esistente, di fatto aumenterà le volumetrie in Sardegna di oltre un milione di metri cubi, senza contare locande, bed and breakfast situati nelle zone B e C. Regolamenti. Il disegno di legge licenziato dalla commissione ha per titolo «Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio». All’articolo 26 è prevista la deroga permanente ai Puc e ai regolamenti edilizi che consentirà di ignorare le previsioni urbanistiche dei Comuni, non solo nei volumi ma anche nelle distanze, limiti di altezza, cambi di destinazione d’uso e frazionamento delle unità immobiliari. Puc e deroghe. In qualche modo l’articolo 26 «supera» i Puc perché ai Comuni viene chiesto di dotarsi di un proprio piano che, in realtà, nella pratica sarà derogabile. Abusi. Ai fini dell’ampliamento vengono considerati utili anche i volumi condonati con un meccanismo che non condanna e penalizza chi ha già operato grandi abusi e li ha sanati, ma al contrario li premia; nessuna possibilità, invece, per coloro che hanno sanato piccoli abusi dettati dalle singole necessità. Sconto. A suscitare il malcontento all’interno della maggioranza di Centrosinistra non è solo «la filosofia» dell’ampliamento ma anche quello sconto sui costi di concessione che arriva sino al 40% dell’onere. Vecchio Ppr. L’argomento è tecnico e sarà bene, dunque, citare gli articoli di legge. Nelle norme transitorie, ad esempio, compare la disposizione che conserva la lettera C del comma 1 dell’articolo 13 del Piano casa di Cappellacci, cioè la norma che consente la conclusione e la realizzazione dei piani di lottizzazione in Zona C, D, G e F, che erano stati adottati prima dell’entrate in vigore del Ppr. Lottizzazioni “in sonno”. Il dubbio che si sta diffondendo nel Centrosinistra è uno solo: in questo modo si vogliono fare resuscitare le lottizzazioni «in sonno» adottate prima del 2006. Campagna. L’edificazione per fini residenziali, nei territori rurali, è riconosciuta unicamente a favore degli imprenditori agricoli e alle aziende che svolgono effettiva e prevalente attività agricola. Ovviamente saranno i Comuni a definire la «zonizzazione» del territorio agricolo in funzione delle caratteristiche del territorio