LA VERGOGNA. Dopo tre settimane l'alunno rifiutato riprende le lezioni
Cacciato perché vivace, accolto in un'altra sede
La vergogna è durata 21 giorni. Tre lunghe settimane in cui un bambino di dieci anni è rimasto a casa insieme ai genitori anziché frequentare una scuola come tutti i coetanei. Oggi potrà sistemare astuccio e quaderni nello zaino e varcare nuovamente il cancello di un'elementare, sempre a Cagliari: nuova scuola, nuova classe, nuove maestre, nuovi compagni. «Siamo felici», dicono i genitori. «Ci è voluto un po' ma alla fine è stata trovata una soluzione. Speriamo che tutto questo serva da lezione: nessun bambino dovrebbe vivere un'esperienza del genere. È stato trattato come un lebbroso».
L'INCHIESTA La vicenda del bimbo vivace che non è andato a scuola dal 26 novembre, dopo la protesta dei genitori dei compagni di classe, è finita sul tavolo della magistratura cagliaritana. La Procura ha aperto un'inchiesta: inosservanza dell'obbligo dell'istruzione elementare dei minori, è il reato ipotizzato. A carico di chi - genitori, insegnanti, dirigenti scolastici - saranno eventualmente le indagini, coordinate dal pm Marco Cocco, a stabilirlo. Per il momento il fascicolo contiene gli articoli di giornale che hanno riportato la vicenda. Nessuna segnalazione è infatti arrivata da quella che è ormai l'ex scuola del bambino.
IL NUOVO INIZIO Ieri mattina c'è stato il primo contatto con la nuova realtà. I genitori hanno portato lo studente di dieci anni nella scuola. Sono stati accolti dal dirigente. Poi hanno conosciuto le maestre e i compagnetti. «Ora vogliamo solo dimenticare questa brutta pagina», dicono il papà e la mamma del bambino ritenuto, dal dirigente scolastico della ex scuola, «problematico». Il preside della "nuova" elementare ha avuto una buona impressione: «Il bambino si è comportato benissimo. È simpatico e vivace, come tantissimi coetanei».
LA SOLUZIONE La soluzione è stata trovata grazie all'impegno dei Servizi sociali del Comune. «Sono stata contattata dagli assistenti sociali la settimana scorsa», ricorda la dirigente della nuova scuola. «Ho chiesto un po' di tempo per verificare se ci fossero le condizioni per accogliere il bambino garantendogli il diritto allo studio. Ho fatto delle verifiche e parlato con le insegnanti delle quinte per capire se il suo inserimento fosse compatibile con la classe. Lunedì ho avvisato gli assistenti sociali che c'era una soluzione. Speriamo possa essere quella giusta». Con il dirigente della vecchia scuola non c'è stato alcun contatto. «Nei prossimi giorni», prosegue il preside della nuova elementare, «riceverò tutta la documentazione sul bambino».
IL PADRE E LA MADRE Per i genitori, finiti insieme al figlio al centro di questa storia vergognosa, è il momento di guardare avanti: «Abbiamo ritirato il nullaosta dalla vecchia scuola. Ci è stato consegnato da un collaboratore del preside. Se nostro figlio ha una nuova scuola lo dobbiamo esclusivamente ai Servizi sociali».
STORIA SURREALE Il caso del bambino senza scuola è scoppiato a novembre: un'intera classe ha saltato la lezione per la presenza di un bimbo di dieci anni che, pare, aveva estratto un coltello davanti a tutti: «Sino a che non se ne andrà, i nostri figli non entreranno», hanno detto le altre famiglie in coro. I genitori, spaventati davanti a una situazione del genere, hanno deciso di cambiare scuola. Gli assistenti sociali hanno chiesto che il bambino potesse continuare a frequentare le lezioni in attesa di trovare una soluzione. La mancanza di dialogo con il dirigente ha complicato non poco le cose. Così lui, considerato a soli dieci anni un pericolo pubblico, è rimasto a casa per ventuno giorni. Da oggi inizia una nuova vita.
Matteo Vercelli