In scena L'opera comico-fantastica, ispirata a Gogol, debuttò a Cagliari 14 anni fa
La fiaba di Ciaikovskij da venerdì è al Lirico
« È solo una fiaba», disse a chiusura di serata il grande direttore russo Gennadi Rozhdestvensky, rivolgendosi con un sorriso al pubblico in sala. Già, Gli stivaletti è solo una fiaba di Natale. Un'opera comico-fantastica in quattro atti e sette quadri, ispirata a Gogol e musicata da Ciaikovskij, che nel gennaio del 2000 debuttò in prima nazionale al Lirico di Cagliari, suscitando unanimi consensi.
Ora ritorna. Venerdì alle 20.30 la prima (tre ore e due intervalli), seguita fino al 30 da sei repliche. L'allestimento del teatro è firmato dal genio visionario di Viacheslav Okunev, autore di scene e costumi. La regia è di Yuri Alexandrov, ora di nuovo in città. Cambia il direttore, che è Donato Renzetti, cambiano gli interpreti (protagonisti Vsevolod Grivnov, Vakùla, e Alex Penda, Oksana). Le luci sono di Irina Vtornilova, la coreografia di Nadezda Kalinina. Maestro preparatore del coro (diretto allora da Paolo Vero), è Gaetano Mastroiaco, che prende il posto di Marco Faelli. Rai 5 registrerà l'opera per diffonderla ai primi del nuovo anno.
Quel 24 gennaio, Gli Stivaletti apriva la stagione del Lirico. Stavolta la chiude. Ritorna con il ritorno di Mauro Meli, che la volle fortemente (e con lui il direttore artistico Massimo Biscardi). Diffusa in diretta da Radiotre, collegata con altre venti emittenti nazionali, e andata in onda su Raisat, rappresentò per il teatro una sfida vinta, e per il pubblico una felice sorpresa. In quell'uovo blu, un po' matrioska, un po' Fabergé, che rappresenta il simbolo dell'opera, è racchiuso il microcosmo del villaggio ucraino di Didan'ka. L'altro uovo, bordeaux, racchiude i fasti della corte di Caterina II. Invenzioni scaturite dalla fantasia di Slava Okunev, e venute alla luce nei laboratori del teatro. Come fu l'intera sartoria del Lirico (sei mitiche sarte guidate dal caporeparto Mino Fadda) a volare a San Pietroburgo per realizzare i costumi.
La trama che si fa largo tra luci, suoni, colori e fuochi d'artificio racconta di una storia d'amore. Dove gli stivaletti sono quelli che il fabbro Vakùla riesce a farsi donare dalla zarina. Solo così riuscirà a conquistare definitivamente il cuore della capricciosa Oksana, a vincere le resistenze di suo padre, e soprattutto a prendersi gioco di Bes, diavoletto tanto vendicativo quanto maldestro. È lui che ruba la luna dal cielo, per far scatenare una tempesta di neve e mettere nei guai il ragazzo. Sempre lui, però, a portarlo in volo suo malgrado, fino a San Pietroburgo, sulle tracce delle preziose calzature.
Maria Paola Masala