LA CITTÀ NASCOSTA. Scolpiti su due lapidi di lato all'altare i nomi dei morti cagliaritani
Spesso è nascosto dal coro e i visitatori occasionali raramente lo individuano. Vi sostano invece i parenti dei defunti. L'altare dei caduti nella Basilica di Bonaria (o cappella della Madonna della Vittoria) è un monumento che racconta: elenca, uno accanto all'altro, i nomi dei soldati cagliaritani morti nella prima e nella seconda guerra mondiale. «L'idea di dedicare un altare alla Madonna addolorata», dice Giovanni Lorenzo Porrà, redattore di Radio Bonaria e collaboratore di Sardinews, «venne per la prima volta nel 1924 all'allora rettore del santuario, padre Candido Schirillo, raccogliendo l'invito delle famiglie che piangevano ancora i propri figli». La raccolta fondi scattò subito ma l'impresa si rivelò ardua: non sarebbe bastata la buona volontà di pochi per costruire una lapide. Nacque così un comitato ufficiale con l'intento di far innalzare un monumento ai caduti. La somma da raggiungere: mezzo milione. Porrà: «Ma con le sottoscrizioni si raggiunse soltanto un decimo del totale previsto». I frati mercedari fecero leva sulla loro influenza e convinsero l'allora prefetto Enrico d'Arienzo a far coincidere i due progetti. Porrà: «Il nuovo comitato presieduto dall'avvocato e podestà di Cagliari Enrico Endrich ebbe la possibilità di raccogliere le somme delle precedenti iniziative e i lavori poterono cominciare».
L'altare è in stile barocco. Il bassorilievo posto al centro rappresenta la Pietà, inserita in una cornice bianca marmorea circondata da quattro colonne con capitelli corinzi. Sopra il cornicione vi sono degli angeli e tra loro campeggia l'imponente figura della Vittoria in bronzo dorato, alta due metri e mezzo. Nelle pareti laterali della Cappella, su alte lapidi, sono scolpiti i nomi dei caduti cagliaritani nei due conflitti mondiali. Il progetto originario prevedeva di dedicare l'altare a tutti i caduti sardi, ma le polemiche in varie parti della Sardegna spinsero a limitarsi soltanto a quelli cagliaritani. Padre Angelo Quero, nel suo lavoro sulla storia del santuario (“Bonaria e la sua storia”) ricorda che «la Cappella fu costruita nel 1930 per iniziativa delle madri dei caduti in guerra. Siccome i fondi raccolti erano insufficienti, si coinvolse il Comune, prospettando la possibilità di fare di questa Cappella il monumento cittadino ai caduti di Cagliari. Le autorità comunali accolsero di buon grado l'idea e contribuirono sensibilmente ad alimentare il fondo per la costruzione». Si trovarono novantamila lire e nel 1930 si giunse all'inaugurazione alla presenza dell'arcivescovo monsignor Piovella.
Pietro Picciau