I negozianti delle vie Manno e Garibaldi sperano negli ultimi giorni
Lavori in corso e pochi soldi: vendite in ribasso
Natale è tra dieci giorni ma ancora di corsa ai regali non si è vista l'ombra. Almeno, non nel nucleo storico del commercio cittadino: le vie Manno, Garibaldi e Roma e il Largo Carlo Felice. Abituati agli scatti dell'ultimo minuto, i cagliaritani in genere dedicano alle spese imposte dalle festività il 23 e la mattina del 24 dicembre, dunque i commercianti hanno qualche speranza. Però, dicono sicuri, «i numeri di sei o sette anni fa non torneranno più». Per il pienone meglio andare altrove: nei grandi centri commerciali alla periferia del capoluogo o dell'Hinterland, magari. La tendenza, in corso da anni, ha accentuato gli effetti e accelerato la chiusura dei negozi in centro. Se poi si aggiungono le croniche difficoltà economiche e i lavori in corso avviati di recente proprio in via Garibaldi, il quadro è completo. Eppure ci sono anche le sorprese, perché per i tanti che a malapena sopravvivono altri sorprendentemente migliorano. È il caso della rinnovata via Sulis, per esempio, mentre è indicativo dell'attuale scarsa disponibilità economica il pienone nei mercatini domenicali in piazzale Trento e in via Po, dove ieri mattina non si trovava un solo posto auto libero. Per il resto, è dura.
Cronaca di una giornata trascorsa alla Marina e a Stampace tra clienti che osservano ma non spendono e commercianti che sperano di chiudere in pari la giornata. Di certo, i tempi d'oro sono lontani. «Dal 2007 a oggi il calo annuale è stato del 40 se non del 50 per cento», spiegano da “Solo Uomo”, «non ci sono soldi e chi ne ha non li spende». Nel breve tratto che va da via Alghero al Portico Romero «ci sono tredici vetrine vuote». I lavori in corso all'inizio della via, sotto il Bastione, «influiscono, certo. Ma non è solo quello. Entrano poche persone che poi comprano merce da 15 o 20 euro. Così non si rientra nei costi. Molti colleghi infatti chiuderanno dopo il periodo dei saldi». E se ieri il movimento era scarsino, «provate a passare durante la settimana. La strada è vuota», sottolineano qualche metro più avanti. Il problema principale «sono gli affitti dei locali, troppo alti», denunciano in via Orlando. «Come tirare avanti? Aspettiamo consigli». Va meglio alla “Città del sole” in via Oristano, sotto via Garibaldi, dove il via vai di mamme e papà con bimbi al seguito (è un negozio specializzato in giocattoli) è continuo. «Siamo qui da 25 anni e per ora non possiamo lamentarci», ammette la responsabile Roberta Parisi.
Benino anche alla “Lovable” sotto piazza Costituzione: qui «abbiamo clienti fidelizzati che usano la nostra carta», spiega Daniela Gabriellini, «gli affari vanno più o meno come l'anno scorso. La gente passa anche se abbiamo gli operai proprio davanti alla porta. Certo, l'incidenza della crisi c'è e i cantieri a novembre hanno influito. Ma non quanto temuto. E comunque in genere l'affluenza si concentra negli ultimi dieci giorni». In via Sulis i commercianti hanno organizzato un'iniziativa per i bambini con acrobati, laboratori artistici, finti Babbo Natale e merende. Le difficoltà si battono anche così, mentre in via Manno resiste “Da Castangia” dove il volume di affari «è uguale a quello del 2013», spiega lo storico commesso Vito. Che poi aggiunge: «Ma non c'è storia rispetto a cinque se anni fa». Le gioiellerie sono mezzo vuote, così la gran parte dei negozi di abbigliamento. I cagliaritani passeggiano, si fermano davanti alle vetrine, osservano, a volte entrano. Quasi sempre escono a mani vuote. «Un mezzo disastro».
Forse tutto sommato in questo periodo se la cavano meglio le librerie. «A Natale il libro funziona sempre», conferma Luca della “Mieleamaro”: «Siamo indipendenti e facciamo un po' fatica, ma siamo aperti da sei anni e il trend è in lieve crescita. Siamo soddisfatti». Il bilancio finale però si potrà fare solo dopo le feste. O, magari, a saldi andati in archivio.
Andrea Manunza