Un piano contro la crisi
«Nel 2014 a Cagliari chiuderanno trecento attività di commercio al dettaglio: una strage continua che va fermata». I Riformatori lanciano la proposta di un piano d'emergenza per rilanciare il commercio. «I dati dei primi otto mesi parlano di 322 chiusure in tutta la provincia e 204 solo a Cagliari», denuncia Raffaele Onnis del Centro studi dei Riformatori sardi. «Con questo trend arriveremo a trecento e servono interventi urgenti da parte del Comune per arginare questa crisi senza precedenti». La proposta è articolata in otto punti. «Il Comune dovrebbe attivare progetti di co-marketing con la società di gestione dell'aeroporto che permetterebbero di attrarre 50 mila turisti fuori stagione - spiega Onnis - che potrebbero portare nelle casse delle piccole attività commerciali fino a 5-6 milioni di euro». L'esponente dei Riformatori chiede al Comune di garantire sostegno alle attività commerciali danneggiate dai lavori in corso per le vie del centro: «Sarebbe bastato programmare meglio i tempi, ma visto che i cantieri sono aperti è necessario quantificare i danni e proporre delle agevolazioni, in collaborazione con la Regione».
Sulla stessa linea la proposta avanzata da Francesco Barrago. «Chiediamo un'abolizione temporanea e una rimodulazione delle imposte comunali come la tassa sui rifiuti e l'occupazione di suolo pubblico», aggiunge l'esponente del Centro studi dei Riformatori. «Servirebbero deroghe speciali soprattutto per le piccole attività del centro di Cagliari». Per rilanciare il commercio e trovare una via d'uscita alla crisi Barrago propone anche di «garantire agevolazioni a chi assume nuovo personale dalle classi disagiate, un modo di gestire al meglio i fondi senza l'assistenzialismo fine a se stesso».
Un altro punto su cui fanno leva i Riformatori è la necessità di dare una mano ai commercianti sul piano della formazione, incentivando per esempio la corretta comunicazione, la migliore gestione finanziaria e il ricorso alle nuove tecnologie. Un occhio di riguardo viene chiesto anche per il contrasto dell'abusivismo. «Per il mercato abusivo e la contraffazione invochiamo la tolleranza zero », aggiunge Marina Adamo. «Ma non nel senso razzista che viene spesso attribuito a questa definizione. Spesso questo settore è in mano a persone straniere che hanno bisogno di assistenza, ma non si può pretendere di lasciare le cose così e che a farne le spese siano i commercianti».
Al dato negativo delle serrande abbassate se ne aggiunge un altro: il crollo delle nuove aperture. «Sono scomparsi diversi negozi storici e non se ne aprono di nuovi - conclude Marina Adamo - chiediamo al Comune di predisporre con urgenza un piano per salvare il commercio della nostra città, studiando anche misure di supporto per chi decide di aprire nuove attività».
Marcello Zasso