MOLENTARGIUS. Ieri udienza in Tribunale e assemblea a La Palma
Il giudice (penale) deciderà nei prossimi giorni
Il Tribunale prende tempo per scrivere il destino della villa abusiva di Molentargius su cui pende un'ordinanza (al momento sospesa) di demolizione. Ieri il giudice dell'esecuzione Massimo Poddighe si è riservato la decisione al termine di un'udienza in cui i pm hanno confermato l'intenzione di andare avanti con l'abbattimento delle costruzioni fuori legge nel Parco, mentre Mariano e Massimo Delogu, difensori di Lazzarino Porcu (proprietario dell'edificio insieme al fratello Giancarlo) hanno chiesto la revoca del provvedimento che dà il via libera alle ruspe.
La decisione potrebbe arrivare nei prossimi giorni, a ridosso di un'altra pronuncia: quella del Tar, che il 10 dicembre dovrebbe rispondere alle richieste di annullamento delle ordinanze di demolizione depositate dagli avvocati Eulo e Paolo Cotza, difensori dei fratelli Porcu.
Una battaglia legale sotto più fronti, che riguarda una villa bifamiliare costruita nei primi anni Ottanta, insieme a tante altre nell'area umida di Molentargius. Oltre a quella dei Porcu, nella prima tranche di demolizioni avviate dalla Procura rientrano altre due case. Ma gli abusi, all'interno del territorio cagliaritano del Parco sono più di duecento. Ecco perché ieri era in programma a La Palma una riunione tra gli abitanti di Medau su Cramu: l'obiettivo era discutere una strategia comune in vista dei prossimi mesi. Il Comune ha rilevato e sanzionato negli anni 245 casi di «abusivismo edilizio totale e parziale» su cui ora pendono altrettante ordinanze di demolizione.
Quella indirizzata ai fratelli Lazzarino e Giancarlo Porcu è stata sospesa dal Municipio mercoledì scorso, in attesa delle decisioni del Tar. Le ruspe sarebbero entrate in azione giovedì. Lo stop è servito a evitare un paradosso: i giudici amministrativi hanno sospeso la demolizione di metà della villa bifamiliare. E' rimasto invece il via libera all'abbattimento dell'altra parte. Ma difficilmente le ruspe sarebbero riuscite a buttar giù solo una porzione dell'edificio.
Michele Ruffi