L'autorità portuale
«Il fondale non permetteva l'attracco alle grandi navi. Per questo l'autorità portuale ha deciso di avviare l'iter per cambiare la destinazione d'uso del molo Ichnusa». Era il 27 dicembre del 2013 quando il comandante della Capitaneria di porto Vincenzo Di Marco annunciò la decisione di trasformare il terminal crociere in uno scalo per i grandi yacht. All'epoca il presidente dell'Autorità portuale era Piergiorgio Massidda, che a gennaio fu però costretto a lasciare il posto dopo l'annullamento della sua nomina da parte del Consiglio di Stato.
A raccogliere il testimone era stato proprio Di Marco, a cui è così toccato gestire la procedura per l'assegnazione degli attracchi e della tensostruttura a forma di veliero. «Il termine utile per la presentazione delle buste di gara del bando pubblico da parte degli aspiranti concessionari è fissato al 3 aprile», aveva annunciato a marzo Di Marco. Tempi rispettati: le buste sono state aperte a maggio e l'offerta migliore è risultata quella della cagliaritana Ichnusa Marinas srl. Sembrava tutto fatto, invece è scoppiato il caos: per vincere la gara la società sarda aveva stretto un accordo con la Portosole Cnis Spa, del gruppo sanremese Cozzi Parodi, ma poi non ha pagato i progetti e così i liguri hanno deciso di rescindere il contratto. Un pasticcio su cui ora sta indagando anche la Procura e che pare stia convincendo l'Autorità portuale a tornare sui suoi passi, revocando l'aggiudicazione del bando.