TRA GARA E FESTA. Il percorso è piaciuto
«Un clima più bello di Barcellona»
« Qué hermoso clima, más bonito que en Barcelona ». Non hanno dubbi Ramon Lopez e Mercedes Moller, coniugi spagnoli con figlio e nuora al seguito, mentre si scaldano sull'anello dello stadio Santoru. Impossibile dar loro torto: la temperatura è scesa, come dicembre vuole, ma è il sole ad accogliere di primo mattino un fiume di lycra, shorts e sneakers. Nato dalle auto parcheggiate nelle strade vicine, confluito alla spicciolata in viale Diaz e straripato in via dello Sport. Dove entusiasmo e un pizzico d'ansia accomunano agonisti, amatori venuti da lontano, come lo statunitense Gary Cottage, da 5 mesi di stanza a Sigonella, in Sicilia. E famiglie intere con bimbi piccoli, i primi a scattare al trillo impietoso della sveglia. «Un'occasione speciale ed emozionante, da condividere con mio figlio e inserire nell'album dei ricordi», dice durante lo stretching il capofamiglia Toni. Papà, mamme e bambini restano allo stadio, come una parte degli Special Olympics.
Tutti gli altri, invadono i vari percorsi cittadini, salutati da passanti incuriositi o accolti da veri propri comitati. Davanti al Teatro Massimo, braccia alzate, cartelli in stile maratona newyorkese e ritmi rockettari salutano il passaggio degli atleti. Poco più in là, gli ambulanti di viale Trento lasciano per un attimo gli affari e incitano, pure loro. Sorrisi, saluti, sguardi fissi sul cronometro, parrucche e cerchietti a tema natalizio, il fiume umano della maratona taglia il traguardo. E sulle strade riprende l'altro traffico, quello su ruote, soltanto rallentato dalla grande festa di sport.
Clara Mulas