Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Se fossi rimasto io all'Authority ci sarebbero già i maxiyacht»

Fonte: L'Unione Sarda
9 dicembre 2014


IL TERMINAL SENZA NAVI. Piergiorgio Massidda e la gara che non si è potuta fare

 


 

L'incompiuta del Molo Ichnusa? Colpa (anche) del suo siluramento, sostiene Piergiorgio Massidda. Quattordici mesi fa, quando fu dichiarato decaduto dalla presidenza dell'Autorità portuale, si preparava a mandare a bando la gara per la gestione di quello che, per sua volontà, da punto d'attracco per le navi da crociera era stato destinato a diventare l'approdo dei grandi yacht di passaggio a Cagliari. «Quella gara era pensata in modo tale da evitare il pericolo che qualche ricco magnate russo se l'aggiudicasse per tenerci parcheggiati soltanto i suoi, di yacht: l'obiettivo era fare in modo che il terminal funzionasse in simbiosi col polo della cantieristica che sta nascendo a Giorgino, dove i grandi yacht potranno essere sottoposti al refitting, costose operazioni periodiche. Prevedeva inoltre che il giardino, all'ingresso, rimanesse a disposizione della cittadinanza, e varie attività commerciali da dare in gestione. L'obiettivo era anche fornire ai diportisti che sbarcano nel porto un minimo di servizi: oggi se uno ha bisogno di utensileria è nei guai, e se vuole un caffè deve attraversare dodici corsie per trovare un bar».
LO SCANDALO Tutto rimasto sulla carta. La realtà, oggi, è il deserto. «Tutto lo scandalo si è sollevato perché poi la gara non si fece. Io decaddi da presidente, fui nominato commissario, infine me ne dovetti andare. Il nuovo commissario, il comandante della capitaneria di porto, ha ritenuto di dover prendere i tempi che ha giudicato opportuni. Ho letto che alla gara per la gestione hanno partecipato solo tre concorrenti: mi dispiace, perché avevamo registrato un grande interesse da parte di tanti operatori importanti. Avevamo contatti con la Igy, società leader nel mercato degli yacht che era alla ricerca di una base nel Mediterraneo. Così come l'avevamo organizzata, la gara avrebbe avuto ben altro successo», giura. «Il giorno che ho ricevuto notizia del mio allontanamento avevo organizzato una cena a Montecarlo: avrei incontrato personalità importanti nel campo della diportistica. Sa cosa diceva il presidente del porto monegasco, che le barche non sa più dove sistemarle? Che Cagliari aveva tutte le carte in regola per diventare la seconda Montecarlo del Mediterraneo».
A non avere le carte in regola, secondo il Consiglio di Stato, era lui: il 26 settembre 2013 i giudici dichiararono illegittima la sua nomina, per la quale aveva rinunciato a un seggio in Senato.
«INADATTO» Tutto ciò però riguarda l'ultima fase della storia dell'incompiuta Molo Ichnusa: prima c'è stato il lungo periodo in cui, nonostante il pescaggio insufficiente, si provò a farne un approdo per navi da crociere. «Ma sul piano regolatore - ribatte Massidda - non se ne è mai fatto cenno: quel molo è sempre stato indicato come spazio polivalente. Personalmente ritengo che con un pescaggio massimo di otto metri e mezzo, che nella punta del molo si riducono a quattro e con un lato (quello del Garau) che non è mai stato disponibile perché è della Marina e con dimensioni che, il Molo Ichnusa non sia mai sato adatto a ospitare navi da crociera: al massimo ne sarebbe potuta attraccare una per volta. Inutile: così l'economia non gira. Infatti, appena diventato presidente, fui io a decidere che queste ultime avrebbero attraccato nel molo Rinascita, dove prima c'erano le rinfuse  (navi mercantili che trasportano merci caricate in stiva, ndr) . E grazie a me siamo passati dalle 30 navi da crociera all'anno a 120. Ero contrario anche all'idea di aumentare il pescaggio, al Molo Ichnusa: la cosa avrebbe reso necessario il rinforzo della banchina, che sarebbe costato un'ira di Dio».
Marco Noce