FISCO. L'obiettivo del Governo è la semplificazione ma con la riforma aliquote più pesanti
Per la prima abitazione ci sarà una detrazione fissa di 100 euro
Non c'è pace per i proprietari di immobili a qualsiasi usi destinati, case, negozi, uffici e capannoni. Neppure il tempo di abituarsi ai costi e allo stress dovuti alla Tasi, in aggiunta all'Imu, e già si profila una nuova disciplina che costringerà tutti a fare i conti con nuovi parametri.
La novità attorno alla quale sta lavorando il Governo si chiamerà “tassa unica” e dovrebbe arrivare nel 2015. Dovrebbe stabilire un'aliquota del 2,5 per mille sulla prima casa (oggi la media Tasi è del 2 per mille) con la possibilità per i Comuni di aumentarla fino al 5 per mille.
L'obiettivo del Governo, come detto, sarebbe quello di riformare l'intero comparto della tassazione della casa nel segno della semplificazione: riunire Imu e Tasi, e mettere fine al ginepraio di aliquote e detrazioni alle quali i Comuni hanno dovuto fare ricorso per sopperire ai buchi di bilancio creati dai tagli imposti da Roma. Addio Tasi, addio Imu, quindi? Forse. Per il momento non c'è niente di certo. Ma sembra comunque più di un'ipotesi. «Va bene la semplificazione», torna a ripetere il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, «ma a condizione che i Comuni non si ritrovino di nuovo costretti ad aumentare le tasse». Perché il rischio che i sindaci temono è proprio questo, ovvero dover chiedere ai cittadini di sopportare altri sacrifici per pagare i tagli decisi dallo Stato. «Oggi queste aliquote sono soltanto un'ipotesi allo studio», sottolinea Gian Battista Piana, direttore regionale di Confesercenti, «quindi una valutazione più precisa si potrà fare soltanto più avanti. Al momento, però, sembra di ritrovarsi di fronte a una sigla nuova che in realtà non semplifica né, tanto meno, sembra ridurre la pressione fiscale».
I tecnici delle Finanze, come detto, sono al lavoro per la nuova imposta unica, ancora tutta da definire anche se alcune ipotesi sono sul tavolo. Secondo una tabella pubblicata dal Sole24Ore, l'aliquota standard ipotizzata per le abitazioni principali dovrebbe essere del 2,5 per mille, con la possibilità per i Comuni di elevarla fino al 5 per mille, e sarebbe accompagnata da una detrazione fissa di 100 euro (senza sconti ulteriori in caso di figli).
Oggi, giusto per avere un'idea, la Tasi applicata in Sardegna è mediamente del 2 per mille. Solo alcuni Comuni, per esempio Nuoro, applicano l'aliquota più bassa, l'1 per mille, mentre altri, come Cagliari, stabiliscono aliquote progressive in base alla rendita catastale. Altri ancora, come Olbia, la Tasi l'hanno invece annullata. Per le seconde case, con la tassa unica l'aliquota potrebbe salire fino al 12 per mille, mentre oggi è stabilità nella misura minima del 10,6 per mille (la media è dell'11,4 per mille). Sulle nuove regole che colpirebbero le seconde case, è critico il giudizio di Confedilizia. «Il sistema, così cose disegnato in via embrionale, crea un danno perché aumenterebbe perfino l'aliquota delle case affittate a canone agevolato», spiega Marcello Ciaravola, presidente regionale di Confedilizia. Inoltre, «anche la riduzione dell'Imu, riconosciuta ai proprietari che affittano gli immobili a canone agevolato, con la tassa unica sembra destinata a scomparire», aggiunge. In pratica potrebbe accadere che chi affitta a canone agevolato anziché pagare l'Imu ridotta al 4 per mille, come accade ora, possa ritrovarsi costretto a versarla per intero, pagando il 7,6 per mille.
Per i negozi l'aliquota standard (Imu+Tasi) attorno alla quale starebbe lavorando il Governo sarebbe dell'8,5 per mille, quasi uguale a quella di Imu e Tasi nel 2014 (8,6 per mille). I capannoni, infine, che pagano come le seconde case, dovrebbero poter godere di una deducibilità del 30% (oggi è del 20%).
Mauro Madeddu