Rassegna Stampa

web Castedduonline.it

Buoncammino: "Fermiamo lo scippo e apriamo il carcere alle visite"

Fonte: web Castedduonline.it
5 dicembre 2014


La proposta del consigliere comunale Claudio Cugusi, la Base, al sindaco Massimo Zedda e al presidente della Regione Francesco Pigliaru


Autore: Redazione Casteddu Online il 04/12/2014 11:25


Buoncammino: "Fermiamo lo scippo e apriamo il carcere alle visite"
Dopo il maxi trasferimento a Uta dei 334 detenuti, lo scorso 24 novembre, il carcere di Buoncammino  rimane vuoto e inutilizzato, con l’incognita sul suo futuro. Lo scorso 9 ottobre il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aveva manifestato la disponibilità a mantenere la concessione in uso di parte del carcere per ospitare gli uffici del provveditorato regionale, oltre ad ospitare il carcere minorile. Una decisione non condivisa dal Comune di Cagliari, che preferisce trasformare la struttura in un polo turistico-culturale. Per l’immediato la proposta arriva dal consigliere de La Base, Claudio Cugusi. “Apriamo subito Buoncammino alle visite, anche a pagamento”.

“La recente chiusura del carcere di Buoncammino – scrive Cugusi in una lettera inviata a Zedda e Pigliaru - ha suscitato un grande interesse nell’opinione pubblica cagliaritana, che da più parti sta manifestando la sua contrarietà a che la monumentale struttura, la più grande e imponente costruzione della città, sia destinata ancora alla detenzione o a sede di uffici giudiziari o dell’amministrazione dello Stato. Il ricorso all’articolo 14 dello Statuto sardo, da più parti politiche auspicato, consente alla Regione di diventare proprietaria dell’immobile, potendo così concordare con il Comune di Cagliari una nuova destinazione, che risponda alla evidente vocazione turistica e culturale del sito. In questa prospettiva è auspicabile che da subito l’ex carcere di Buoncammino e le sue pertinenze come i cortili e il piccolo giardino siano, nelle more della piena attuazione dell’articolo 14 dello Statuto sardo, posti sotto la custodia della Regione (o del Comune) e aperti al pubblico. Tale è l’interesse intorno alla struttura, unito alla curiosità e al desiderio che diventi produttiva, da convincerci che centinaia di sardi vorranno visitarla anche a pagamento”.