Rassegna Stampa

web Cagliari Globalist

Violenza sulle donne, alla radice dell'odio che uccide

Fonte: web Cagliari Globalist
5 dicembre 2014


Un convegno a Roma per analizzare le cause dei delitti che ogni giorno ormai occupano la cronaca nera. Ma anche per ragionare concretamente su cosa si può fare per prevenirli.
 

di Giulio Rellini Lerz

Evidenziare e approfondire le cause della violenza contro le donne e fare il punto su quanto è stato fatto finora e quanto si può fare per contrastare il fenomeno nella Regione con il più alto tasso di crescita dei casi di uccisione.
È questo l'obiettivo del convegno "Quando l'amore. non è amore. Quale cultura contro la violenza", organizzato dall'associazione Amore e Psiche con il patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e dell'Università degli Studi Roma Tre. L'evento si svolgerà a Roma venerdì 5 dicembre (ore 15) presso l'aula Urbano VIII del dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi Roma Tre.

"La situazione di emergenza evidenziata dal Rapporto Eures 2014 sul femminicidio in Italia (che ha registrato un aumento del 100% dei casi nel Lazio, passati da 9 a 20) ci obbliga a riflettere sulle cause profonde della violenza contro le donne in tutti i suoi aspetti (psichica, fisica, economica, sessuale) e a moltiplicare gli sforzi per prevenirla. Nel solco tracciato dalla Convenzione di Istanbul, proponiamo di intervenire nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile per favorire il rispetto tra i sessi, l'effettiva parità e una visione laica della sessualità umana - spiega Irene Calesini, psichiatra ed esponente dell'associazione Amore e Psiche -. Questo incontro vuole rappresentare un primo passo in tale direzione, promuovendo un momento di confronto fra le diverse esperienze di professionisti e associazioni attivi nel settore a Roma e nel Lazio, con un'attenzione marcata sull'aspetto culturale delle radici della violenza di genere.

È dalle best practice che bisogna partire se si vuole salvare la vita delle donne. Per questo il convegno prevede la partecipazione delle associazioni e delle cooperative che ogni giorno sono in prima linea per aiutare le donne che subiscono violenza. Prima fra tutte la cooperativa sociale Be Free, che dal 2009 gestisce lo Sportello Donna 24/7 all'interno del pronto soccorso dell'ospedale San Camillo-Forlanini, la più grande azienda ospedaliera di Roma, offrendo assistenza a oltre 1.000 vittime di violenza o di tratta. L'organizzazione si occupa anche del servizio SoSDonna 24/7, finanziato dal Comune di Roma e rivolto a coloro che hanno subito vessazioni e abusi, incoraggiandole a intraprendere percorsi di fuoriuscita dalla violenza, anche attraverso l'ospitalità a breve termine nelle loro strutture.

Altro caso virtuoso è quello dell'associazione daSud, che ha lanciato la petizione popolare #1oradamore a sostegno della proposta di legge scritta dall'on. Celeste Costantino per l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione sentimentale nelle scuole. L'associazione è inoltre attiva in alcune scuole superiori romane, nelle quali, partendo da spettacoli teatrali sul tema o da dibattiti nell'ambito delle assemblee, ha creato un'occasione di dibattito e offerto sostegno a chi aveva sperimentato episodi di violenza domestica senza avere il coraggio di parlarne.
Significative, infine, le esperienze dell'associazione La scuola che verrà, attiva nella zona di Roma Centocelle, e della Cooperativa Sociale di Psicoterapia Medica, che gestisce i centri di informazione e consulenza in tre scuole del Centro (Ripetta, Tasso e Pinturicchio). La Scuola che verrà si occupa di contrastare l'abbandono scolastico e il bullismo nelle scuole e lo scorso anno, con il suo progetto di prevenzione dei comportamenti a rischio nei giovani presso l'istituto tecnico Di Vittorio - Lattanzio, è riuscita a offrire ascolto psicologico gratuito ai ragazzi che ne hanno fatto richiesta (il 13% degli iscritti all'istituto scolastico), aiutando molte ragazze a uscire da situazioni di difficoltà.

La Cooperativa Sociale di Psicoterapia Medica, invece, nell'ambito dello sportello di ascolto psicologico gratuito aperto due giorni a settimana, ha incontrato studenti, genitori e professori e promosso incontri su tematiche specifiche all'interno delle classi. Le istituzioni non sono immobili contro la violenza. Lo dimostra l'attività parlamentare dell'onorevole Celeste Costantino, che nel 2013 ha presentato alla Camera la proposta di legge per l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione sentimentale nelle scuole: "Contro la violenza di genere bisogna ripartire dall'istruzione e dalla prevenzione, come previsto dall'art. 14 della Convenzione di Istanbul - spiega -. L'Italia, insieme alla Grecia, soffre questa assenza nel proprio ordinamento scolastico. Grazie alla campagna #1oradamore ho incontrato in giro per l'Italia tanti insegnanti sensibili che dedicano già parte delle loro lezioni ai temi della diversità e della demolizione degli stereotipi di genere. Ora serve sistematizzare gli esempi virtuosi e creare un percorso istituzionale chiaro".

Offrirà il suo contributo anche la consigliera della Regione Lazio Marta Bonafoni, fra le promotrici della legge regionale n. 4 del 19 marzo 2014 per il riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere. Anche lei nel corso del convegno darà il suo contributo, ascoltando le esperienze di chi opera sul campo e illustrando l'iter della legge e i risultati raggiunti finora.
Per poter arginare il fenomeno si rende più che mai necessaria la diffusione di un nuovo modello di cultura, da veicolare con un linguaggio differente. "È ormai evidente che la sola parità dei diritti non basta: non sono state eliminate le disuguaglianze e la sudditanza psicologica delle donne, il cui valore come esseri umani è riconosciuto dalla cultura dominante solo in quanto madri e/o mogli" conclude la psichiatra Irene Calesini -. Si rende quindi necessario diffondere un nuovo modello di cultura, che punti sul rapporto paritario uomo-donna / donna-uomo e che superi gli schemi tradizionali che vedono queste ultime relegate a un ruolo secondario".